Dall’infiltrazione camorristica alla mensa scolastica di Gaeta. Reportage sulla ditta senza certificato antimafia

SONY DSCPotevano sembrare le solite polemiche politiche, strumentalizzate da una parte o dall’altra, a seconda del tornaconto personale, eppure il concitato botta e risposta tra maggioranza e opposizione, sorto sulla protesta di alcune madri di bimbi utenti del servizio mensa a Gaeta, potrebbe aprire un vero e proprio caso.

(ndr al termine dell’articolo, nei commenti, la LETTERA A FIRMA DELL’ AVV. ANDREA IMPERATO in nome e per conto della EP S.p.A.)


Perché non solo da un lato le madri stesse hanno, dapprima fallendo, cercato di parlare col sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, preannunciando che ora la loro battaglia per avere chiarezza proseguirà anche con un esposto, ma anche lo stesso Comune di Gaeta avrebbe chiesto alla Prefettura maggiori delucidazioni sui certificati antimafia della ditta finita al centro della vicenda che ha in appalto il servizio mensa in città: la società Ep Spa, acronimo del suo proprietario e fondatore Esposito Pasquale, che si occupa di mense, catering e ristorazione aziendale.

*Prefettura di Roma*
*Prefettura di Roma*

Due richieste di urgenza partite dagli uffici comunali alla Prefettura di Roma, appunto, ma anche alle Asl di Minturno per il controllo dei pasti a scuola, e a quella di Fondi e Terracina, per il controllo al punto di cottura di Fondi, dal quale partono i cibi per Gaeta. L’urgenza emerge dal fatto che ad oggi non vi sarebbe ancora alcun certificato antimafia a garantire l’integrità della ditta appaltata, come secondo normativa vigente, perché dopo l’affidamento avvenuto senza gara ad ottobre, alla richiesta di certificato antimafia da parte del Comune, la Prefettura non avendo risposto, ha innescato il silenzio assenso che, sempre secondo normativa, mette le cose apposto. In poche parole se la Prefettura non produce il documento entro sessanta giorni, la certificazione antimafia è da considerarsi valida. Anche se non c’è un documento a testimoniarlo. Perciò visto il polverone sollevatosi sulla Ep ora il Comune sta sollecitando nuovamente la Prefettura di Roma. Perché se al momento dell’affidamento diretto arrivato ad ottobre l’importo dell’appalto era solo di 90mila euro, visto che nelle more dell’amministrazione c’era l’idea di adottare la più comoda soluzione delle cucine dell’asilo nido, quella cifra è poi lievitata fino a oltre 150mila euro, fino alla copertura del servizio a maggio, somma in questo caso, però, per la quale c’è bisogno del certificato antimafia.

*Sabina Mitrano*
*Sabina Mitrano*

Non bastano quindi le rassicurazioni arrivate dalla commissione mensa, composta anche da altre madri, nutrizionisti e pediatri, né quelle dell’assessore comunale competente Sabina Mitrano, recatasi personalmente sul luogo di cottura dei pasti “incriminati”, a Fondi, per accertarsi della qualità del servizio e dei prodotti. Ma perché allora verificare e sollecitare d’urgenza il rilascio del certificato antimafia viene da chiedersi. Quale attinenza ha con l’accusa di parte sulla qualità dei cibi? La risposta è presto data e va ricercata nel passato societario e giudiziario della società campana.

 

Gli appalti: sanità, università e pubblica amministrazione

*Giuseppe e Salvatore Esposito*
*Giuseppe e Salvatore Esposito*

Un passo indietro dunque, direttamente a circa un anno fa quando due inchieste giornalistiche, a stretto giro una dall’altra, si occuparono della famiglia Esposito e dei loro legami, dapprima ad opera del magazine anticriminalità La Voce delle Voci eppoi col quotidiano La Repubblica.

Il gruppo della famiglia Esposito, diretto dal duo Salvatore e Giuseppe, viene presentato come sano e forte grazie alle altre sigle che lo compongono, la Gm e la Lunch Gm, che contribuiscono a fatturare circa 60 milioni di euro l’anno, secondo quanto riportato a margine di una intervista ai fratelli Esposito, dal quotidiano campano “Il Denaro”, e avvalendosi del lavoro di quasi 800 dipendenti. Anche perchè gli appalti sono di quelli davvero ai massimi livelli.

*Papa Benedetto XVI°*
*Papa Benedetto XVI°*

Tra le istituzioni il Comando generale Arma dei Carabinieri di Roma e di Firenze; Prefettura di Napoli; Commissariati di Polizia dell’intera Regione Campania; Procura della Repubblica di Nola; Comandi Guardia di Finanza di Roma, Lazio e Campania; Asl e ospedali della Campania al completo; e poi Eni, Agip, Pontificia Università della Santa Croce e diversi Comandi provinciali dei Vigili del fuoco da diverse parti d’Italia. Per venire ai giorni nostri, invece, basta andare sul sito della società e vedere che la Ep, oltre ad avere dedicato una sezione ai grandi eventi, con un ringraziamento speciale addirittura del Papa emerito Benedetto XVI, durante un pranzo curato dalla Ep in occasione di un concilio ecumenico, annovera tra i suoi maggiori clienti Poste Italiane, Rai, Eni e non solo, perché i legami istituzionali sono davvero a tutti i livelli. Dal mondo universitario con Laziodisu, azienda ospedaliera Università Federico II e Seconda Università degli studi di Napoli, all’universo della sanità pubblica con l’azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino e quella Sant’Anna e Sebastiano di Caserta, Ausl Roma, le Asl di Salerno, Ariano Irpino, Benevento e Bari e l’Azienda ospedaliera Cardarelli. I trasporti con Anm Trasporti e Metronapoli, eppoi l’Ente nazionale Sordi, la Convenzione di Ginevra, la fondazione Carlo Gnocchi e molti altri.

"Municipio di Fondi"
“Municipio di Fondi”

Altro universo sconfinato è quello della Pubblica amministrazione dove la Ep ha appalti con Polizia, Guardia di Finanza, Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, il Consiglio regionale della Campania, la Camera di Commercio di Caserta, i Comuni di Santa Maria Capua Vetere, Caserta, Capua, San Giorgio a Cremano, Caivano, Viterbo e Fondi. Ma anche Gaeta col servizio mensa per i più piccoli. Insomma una società enorme, con legami diffusi con l’intero sistema amministrativo su scala nazionale, anche in virtù della sua qualità.

 

 

L’interrogazione parlamentare

*L'ex senatore Michele Florino*
*L’ex senatore Michele Florino*

Eppure c’è qualcosa che non va, ed il primo a segnalarlo, addirittura con una interrogazione parlamentare, è il senatore Michele Florino di Alleanza Nazionale che chiede chiarimenti, tra il 2004 e il 2005, direttamente al Ministero degli Interni, presieduto da Giuseppe Pisanu, sul paradosso in base al quale pur essendo stata raggiunta da interdizioni antimafia, secondo una sentenza del Tar della Campania del 2003, la Ep abbia una così cospicua lista di appalti pubblici, fino addirittura alle forze dell’ordine.

*L'ex ministro Giuseppe Pisanu*
*L’ex ministro Giuseppe Pisanu*

Infatti Florino, come si legge nell’interrogazione, afferma che “il Tar con la citata sentenza ha statuito che l’informativa prefettizia di prevenzione antimafia “non deve, evidentemente, formarsi su prove certe di infiltrazione, prove che, ove sussistenti, fonderebbero procedimenti penali a carico dei soggetti coinvolti ed altri provvedimenti (di sequestro e confisca dei beni), ma è sufficiente che essa ponga a proprio fondamento elementi volti a dimostrare collegamenti tra impresa e mondo criminale”.

Collegamenti che non devono essere sfuggiti nè al Tar e nemmeno allo stesso Florino che ricostruisce i fatti nella medesima interrogazione, la numero 4-05924 pubblicata il 20 gennaio del 2004.

hotel guiren“Nella società E.P. S.p.a., operante nel settore delle forniture pasti e generi alimentari alle Pubbliche amministrazioni, con sede legale in Roma e sede operativa a Napoli, il cui amministratore Salvatore Esposito di Napoli è un componente della stessa famiglia che gestisce l’Hotel Guiren, controindicata ai fini antimafia, ed è nipote di Antonio Esposito, condannato per favoreggiamento di persona colpita da ordine di cattura per il reato ex art. 416-bis, già destinatario di una proposta di sorveglianza antimafia del 1995 (poi oggetto di reiezione) nonché per aver intrattenuto rapporti successivi con elementi della criminalità; nonostante, quindi, che la società E.P. s.p.a. di Roma, con sede in via Giuseppe Palombo, 26, con sede operativa a Napoli, in via Terracina, 188, e la società Hotel Guiren siano interessate dalle stesse condizioni di colleganza alla criminalità organizzata, non risulta che la competente Prefettura di Roma abbia emesso il certificato antimafia sfavorevole nei confronti della società E.P. s.p.a., consentendo a quest’ultima, come risulta all’interrogante, di stipulare contratti di fornitura con numerose amministrazioni pubbliche tra le quali, addirittura, anche per la fornitura di pasti ad appartenenti a Forze di Polizia; che, tra l’altro, ad avviso dell’interrogante, l’inaffidabilità della E.P. s.p.a. trova ulteriore riscontro nel grave episodio riportato dal comunicato Ansa del 2 ottobre 2003, nel quale si legge:

*Ospedale San Paolo di Bari*
*Ospedale San Paolo di Bari*

‘Circa trenta chili di carne avariata destinata agli ammalati sono stati sequestrati dai NAS nel corso di controlli nell’ospedale San Paolo di Bari. Il centro di cottura dell’Ospedale è gestito dalla società E.P. spa con sede in Roma, il cui proprietario è di Napoli’; che con la complicità di soggetti istituzionali di recente è stato consentito, in violazione alle leggi vigenti, il rinnovo del contratto alla E.P. s.p.a. senza alcuna gara per la fornitura di pasti alle Forze di Polizia”.

 

Appalti deviati

ep spaOra, a margine della breve ma esaustiva ricostruzione di Florino, il senatore interroga il ministro con un affondo che lascia poco spazio a interpretazioni paventando possibili pressioni esterne o addirittura compiacenze da parte di organismi statali deviati. “… verificare – afferma Florino – se la mancata emissione del provvedimento prefettizio antimafia sfavorevole nei confronti della società E.P. s.p.a. non sia imputabile a volontà deviate riconducibili a soggetti eventualmente inseriti in importanti centri decisionali dello Stato che utilizzano lo Stato per trasformare la pubblica amministrazione in luogo privilegiato dell’insediamento e della rappresentanza, diretta o indiretta, degli interessi personali, affaristici e criminali; se non si ritenga che le procedure di affidamento alla società E.P. s.p.a. di appalti di forniture pasti aggiudicati, nonostante le controindicazioni antimafia, da numerose pubbliche amministrazioni sparse su tutto il territorio nazionale e perfino da Uffici di polizia, siano state favorite da forme di condizionamento e di devianze esterne”.

Sulla base di questa dura interrogazione che getta sospetti sui sistemi di appalto nella pubblica amministrazione, prende spunto il servizio di Rita Pennarola de La Voce delle Voci che scrive: “Senza contare il fatto che, fin dal 2005, con la complicità di soggetti  istituzionali di recente è stato consentito, in violazione alle leggi vigenti, il rinnovo del contratto alla E.P. s.p.a. senza alcuna gara per la fornitura di pasti alle Forze di Polizia”.

*Agostino Cordova*
*Agostino Cordova*

La procura antimafia di Napoli aveva aperto un fascicolo d’indagine sulla EP. Era il tempo del procuratore Agostino Cordova e le informazioni raccolte da Florino filtravano proprio dai primi esiti dell’inchiesta. Andato via Cordova, il nuovo procuratore capo Giovandomenico Lepore decise di trasferire ad altro pm l’indagine condotta fino a quel momento dal sostituto Maria Antonietta Troncone. E da allora se ne sono perse le tracce. Quello che resta, però, come dicevamo, sono i passaggi societari della reginetta gastronomica per vip. Perchè fra i soci della EP sedeva un parente (cugino della moglie) dell’allora prefetto di Napoli, Renato Profili. Quest’ultimo, scomparso nel 2009, era poi legato da antica amicizia con lo stesso procuratore capo Lepore. E ad affiancare nelle battaglie legali la società era a quel tempo il figlio di Profili, Armando. Il giovane avvocato lascia l’incarico dopo le interrogazioni di Florino. E gli subentra, appunto, Sergio Cola, cognato dell’attuale prefetto di Roma Pecoraro”.

L’articolo viene pubblicato nel febbraio del 2013. Un paio di mesi dopo è il quotidiano La Repubblica a riprendere le affermazioni del senatore Florino sulle indagini nei confronti della Ep, relativamente al passaggio dell’interrogazione nella quale si parla di una investigazione dei Nas sui cibi avariati.

 

Cibi avariati: l’indagine “perduta”

*Ospedale Di Venere*
*Ospedale Di Venere*

Sono passati ben otto anni dalle interrogazioni del sentore An e circa dieci dall’indagine a cui si fa riferimento. Per questo motivo l’articolo è intitolato: “Mense d’oro, l’inchiesta dimenticata”. Nel reportage si racconta dell’ospedale Di Venere e della distribuzione dei pasti, sul quale, attraverso indagini partite nel 2009, erano finiti nel mirino degli inquirenti diversi manager Asl, sette in tutto tra i quali il direttore generale Lea Cosentino, che aveva concesso l’appalto senza gara, come accaduto a Gaeta, proprio alla Ep per un importo di un milione e mezzo di euro. Un altro anno di indagini e la lista degli indagati si allunga per reati quali truffa, falso e abuso d’ufficio.

*Lea Cosentino*
*Lea Cosentino*

“Dopo tre anni di quell’inchiesta – si legge nell’articolo –  e di quelle probabili misure cautelari non si è saputo più niente. Uno sperpero di denaro pubblico, emergeva dalle indagini, e la gestione spregiudicata di un servizio mensa, affidato semplicemente con una delibera del 2008 alla ditta già operante presso il San Paolo”, che per distribuire i pasti si sarebbe servita anche di personaggi appartenenti alle più famose famiglie della criminalità barese”.

asl bariLa Asl per anni ha pagato 78mila euro al mese alla Ep, anche perchè il servizio fu prorogato anche negli anni a seguire che, oltre ad occuparsi di trasportare all’interno dell’ospedale i pasti, aveva il compito anche di acquistare carrelli e attrezzature nuove che poi finivano come proprietà della Asl ma che, invece, secondo Repubblica “sarebbero stati acquistati con prezzi sovrastimati. Come nel caso di 20 carrelli da 24 vassoi per i quali l’azienda campana indicava per ogni carrello un costo di 13mila euro, mentre il listino prezzi della ditta fornitrice dell’attrezzatura indica un costo decisamente più basso, e cioè 6mila euro”.

Eppure, a giustificazione del titolo del reportage, alcun provvedimento è stato poi adottato.

 

Il rilancio societario e l’internazionalizzazione

elite groupMa ora la famiglia Esposito della Ep vive una nuova stagione di successi con la propria prestigiosa società, visto un lanciatissimo processo di internazionalizzazione, come peraltro preannunciato dal Sole 24 ore. Negli Emirati Arabi, dove a Dubai ci sarà l’ufficio di rappresentanza, eppoi Polonia e Brasile, anzitutto. Ma con gli Emiri e già stato sottoscritto un accordo con Ahmed Ayash, per acquisire quote di partecipazione del capitale della Elite Hospitality Catering L.L.C., che ha sede peraltro proprio a Dubai.

simestIn questo nuovo rilancio societario internazionale ad affiancare la Ep ci sarà, neanche a farlo apposta, una società partecipata con il Ministero dello Sviluppo Economico la Simest Spa, che nel sodalizio avrà il ruolo di supporto finanziario, ma fungerà anche da apripista perché fornirà assistenza e consulenza ponendo le basi per aprire i processi di internazionalizzazione di altre imprese italiane. Valore dell’operazione secondo NapoliToday: circa 6 milioni, che serviranno alla nuova società della holding, Ep World, non solo ad acquisire piccole aziende locali nel settore ristorativo, ma soprattutto replicare il modello vincente del business negli appalti delle pubbliche amministrazioni locali. Nel concreto, gli interessi subito sono stati indirizzati alla Accuro Specialist Support Service, azienda della ristorazione collettiva con fatturato annuo di circa 30 milioni di euro. Ma non solo Emirati, come detto.

*Giuseppe Esposito*
*Giuseppe Esposito*

In Kurdistan, a Erbil, infatti, la Ep Spa in un’area 12mila mq comprensiva di verde, parcheggi e un edificio di due piani di 2.400 mq l’uno, realizzerà una cucina centralizzata, una caffetteria, supermarket, panetteria e pizzeria – secondo le indiscrezioni di NapoliToday – forte del supporto locale della Bagdad International Trading Company e del suo CEO Sam Michel. E suona piuttosto stonata, rispetto alla storia raccontata, la dichiarazione di Giuseppe Esposito riguardo all’apertura della Ep World a Dubai che – commenta Giuseppe Esposito, direttore commerciale Ep Spa – è un successo importante per la nostra azienda e la nostra famiglia. Ep guarda oltre i confini nazionali, forte della reputazione positiva costruita nel corso dei decenni passati in Italia”.