Crolla il Tubo Ponte sul Garigliano, ingenti i danni per 70 aziende pronte a chiedere un risarcimento

canale ponte1I danni per 70 aziende che operano sul territorio compreso tra Santi Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno sono stati tanti. Davvero troppi 13 giorni senz’acqua o comunque con acqua razionata per colture che ne avrebbero avuto bisogno per sopravvivere consentendo anche agli agricoltori di produrre e quindi andare avanti. Lo stato di crisi causato dalla rottura del Tubo Ponte sul Garigliano il 31 luglio scorso che garantiva acqua alle coltivazioni a destra del fiume ha messo in ginocchio gli imprenditori agricoli dei tre Comuni del basso Lazio, molti dei quali sono pronti a chiedere una perizia agraria sul raccolto al fine di calcolare i danni causati dall’impossibilità di innaffiare le proprie colture.

Sin da subito il Comune di Santi Cosma si è attivato tramite il suo assessore all’Ambiente, Carmela Cassetta, per sollecitare un intervento. Una richiesta di aiuto forte e chiara che hanno saputo ascoltare e cogliere il consigliere regionale Enrico Forte e il senatore Claudio Moscardelli i quali si sono adoperati a loro volta per allertare la Regione tramite il direttore infrastrutture ambiente e politiche abitative, Bruno Placidi. Quest’ultimo già all’indomani dello stato di crisi dichiarato con delibera di giunta di San Cosma ha inviato direttamente sul posto l’ingegnere Pietro Fusco per un sopralluogo e per stabilire quale intervento mettere in atto nell’immediato.


canale ponte rottoGrazie all’intervento della Regione sono state chieste due pompe una al Consorzio del Liri, l’altra al Consorzio di bonifica dell’Agro pontino. La prima ha preso immediatamente a funzionare consentendo di erogare 350 litri al secondo contro i 1200 che venivano distribuiti tramite il Tubo Ponte rotto. La seconda invece con portata da 700 litri non è risultata utile in quanto non riusciva a pompare acqua a causa della “prevalenza” – non era cioè in grado di elevare acqua ad una determinata altezza per il dislivello -.

Solo da ieri funzionano ben 9 pompe – alcune del Consorzio di Bonifica, una del Consorzio del Liri, una della Protezione civile della regione Campania – con portata oltre i 1500 litri al secondo che a causa di 16 metri di “prevalenza” tra il fiume e il canale registra una perdita di carico. Senza contare che l’acqua viene fornita a turno per settori, garantendo il servizio idrico non contemporaneamente a tutte le colture ma seguendo una turnazione tra Casteforte, San Cosma e Minturno.  Un servizio che andrà avanti fino al 30 settembre prossimo dopo di che l’auspicio è che le Regioni Lazio e Campania, alle quali fa capo il canale ponte rotto, si adoperino per ripristinarlo.

pompeI dipendenti del Consorzio di Bonifica degli Aurunci – nelle persone del direttore Felice Di Giovanni e del geometra Angelo Montanaro – hanno dimostrato grande sensibilità per gli agricoltori di zona, non si sono risparmiati, anzi si sono prodigati giorno e notte per trovare una soluzione.

Nonostante tutto, però, la conta dei danni è considerevole e solo pochi giorni fa c’è stato un incontro degli agricoltori, accompagnati dall’assessore Cassetta per verificare il da farsi.