L’eroe dalla Riviera d’Ulisse: salva tredici persone durante l’alluvione del Gargano

*Antonio Treglia (foto da *
*Antonio Treglia (foto da Teleradioerre)*

Tredici anime. Tredici vite di persone che, se non fosse stato per il suo provvidenziale intervento, forse non ce l’avrebbero fatta: già in balìa della furia delle acque, sarebbero potute morire. Il loro salvatore, che per portarli al sicuro di vita ha rischiato la propria, ha il volto sbarbato di un ragazzino. Indossa una divisa ed è pontino. Sperlongano doc, per l’esattezza.

E’ il 29enne Antonio Treglia, sottocapo della Guardia costiera in servizio alla Delemare di Peschici. Un giovane che in ognuna delle proprie esperienze lavorative in giro per lo stivale ha raccolto la stima di colleghi, autorità e cittadini. Ma che nei giorni scorsi è andato oltre: è diventato praticamente un eroe. E senza voler far inutile sfoggio di termini tanto roboanti. Semplicemente, non potrebbe essere definito altrimenti, visto quel che ha fatto lo scorso 5 settembre.


A fare da sfondo al grande gesto di altruismo e coraggio di Treglia, la paurosa alluvione che nei giorni scorsi ha travolto e messo in ginocchio il Gargano, facendo anche due vittime, una proprio a Peschici, dove il ragazzo è attualmente dislocato. E dove, in sinergia con forze del’ordine, protezione civile e semplici cittadini, ha partecipato sin dall’inizio alle operazioni volte a contenere l’eccezionale ondata di maltempo. Una calamità naturale che tra fiumi d’acqua e fango ha creato una situazione apocalittica, trascinando tutto e tutti.

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*Forza distruttiva (foto Ansa)*

Come la roulotte finita in mare e sul cui tetto erano rimasti intrappolati tre turisti: con gli altri soccorritori bloccati dalle strade rese inaccessibili, il primo ad arrivare sul posto è stato proprio Treglia, che si è gettato in mare e assieme ad alcuni volontari è riuscito a trasportare i malcapitati sulla terraferma.

Nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto accaduto, ed ecco il giovane guardacoste catapultato alle prese con un nuovo salvataggio, ancor più consistente. “Altre dieci persone erano rimaste intrappolate all’interno di un orto che nel frattempo era diventato una possa di fango e detriti”, ha avuto modo di spiegare a caldo alla testata locale Teleradioerre. “Non vedendo arrivare i soccorsi, ho preso l’iniziativa e con l’aiuto del bagnino siamo riusciti a salvare questo gruppo di turisti. Una vera e propria odissea. Non ho mai avuto tanta paura come sabato scorso, ma nello stesso tempo ho sentito il dovere di intervenire per salvare tante vite umane. A pensarci ancora oggi mi lacrimano gli occhi”.

L’eroe della porta accanto. Da subito conteso, appena giunto agli onori delle cronache: dopo essere stato intervistato a livello locale e dalla Rai, sono fioccate le chiamate di congratulazioni e le proposte di ripercorrere quei momenti in qualche nuova intervista, anche dall’estero. Ed ecco quindi che per ora il comando centrale della Guardia costiera sta centellinando i suoi interventi ufficiali. Un modo paternalistico di proteggerlo dall’assalto dei mass media, ma forse superfluo, per chi a Sperlonga conosce il ragazzo e la sua famiglia. Gente mite, che non si esalta facilmente. “Cosa ha fatto? Solo quello che doveva fare”, si è lasciato scappare a margine del fatto il padre del 29enne, parlando con qualche conoscente. Proprio quello che si era limitato a rispondere il sottocapo della Guardia costiera una volta resosi conto dell’improvvisa notorietà, che probabilmente avrebbe pure evitato: “Era semplicemente mio dovere”.