Sperlonga, Cusani fuori dal consiglio: dopo infiniti rinvii, supplenza ufficializzata

Il sindaco di Sperlonga Armando Cusani

In termini numerici, non cambia nulla. Cambia tanto, tantissimo in termini per così dire “morali”.  Seppur con una coda polemica ed un occhio al caso del sindaco De Magistris, alla fine le barricate della maggioranza sono finite. E, da venerdì all’ora di pranzo, l’ex presidente della provincia Armando Cusani è formalmente fuori dal consiglio comunale di Sperlonga: nel corso dell’ultima assise, è stata ufficializzata la sua supplenza temporanea in applicazione della legge Severino. A prenderne il posto nel ruolo di consigliere, almeno fino a eventuali nuovi colpi di scena, il primo dei non eletti, Mario Palma, espressione della stessa Lista Cusani uscita vincitrice dalle ultime elezioni.

Un sostituto finora in virtuale, perenne attesa sull’uscio del Municipio, il signor Palma, 57 voti nel 2011. Se si tiene conto della seconda ed ultima sospensione prefettizia notificata a Cusani, attendeva “solo” dallo scorso 10 ottobre. Molto di più, se i conteggi partono dall’inizio, cioè dalla prima sospensione, sempre procrastinata e poi divenuta inutile, facendo spazio all’altra, a causa della sopraggiunta prescrizione della condanna per abuso d’ufficio cui era collegata: il primo consiglio comunale utile per la ratifica, risale addirittura al 24 dicembre 2013.


Un’illegalità continuata, hanno sempre ribadito con veemenza le voci della minoranza in consiglio, che, tra continui solleciti e denunce, attendevano frementi la surroga. Qualcuno avrà anche stappato lo spumante riposto oltre un anno fa.

Ben differente, ovvio, lo stato d’animo dei sodali di Cusani. In palese disaccordo col provvedimento, convinti fosse un’ingiustizia bella e buona, hanno tentato di salvare il loro mentore in tutti i modi. In attesa dei ricorsi, per mesi piedi puntati; rinvii; consigli disertati; mozioni. L’ultima, durissima, proprio venerdì, a precedere la presa d’atto della contestata supplenza. Una difesa a spada tratta di Cusani, ma anche del sindaco Rocco Scalingi, pure lui sospeso causa condanna. Se la sono presa col sistema giudiziarioschizofrenico”, dall’amministrazione, “incapace evidentemente di assicurare il diritto ad una giustizia uguale per tutti, rapida, certa e definitiva”: per la surroga, si riteneva opportuno attendere il pronunciamento della Corte costituzionale “interrogata” sulla legittimità della legge Severino dal Tar di Napoli, per il caso del sindaco partenopeo De Magistris. Pronunciamento che “avrà efficacia anche per la posizione del consigliere Cusani e del sindaco”. Invece, alla fine, la pur strenua difesa della maggioranza ha lasciato il passo alla bandiera bianca: in nome degli “interessi della comunità”, “rifuggendo dalle provocazioni e dalle nefande strumentalizzazioni della minoranza”, l’arrivederci a Cusani è stato servito.