Omicidio Barlone, dall’autopsia “una mano” alle indagini: “Importanti elementi utili”

*Il dottor Filippo Milano*
*Il dottor Filippo Milano*

Più segni di aggressione, di varia entità, sparsi su tutto il corpo. Inferti con almeno un oggetto contundente che resta imprecisato. Impossibile, in questa precisa fase, stabilire quale. Come pure è ancora difficile esprimersi sull’ora in cui il cuore della vittima ha cessato di battere per arresto cardiocircolatorio. Oltre che sul motivo: le botte, oppure l’indumento cacciatogli in gola per evitare che gridasse? Una visione d’insieme parziale eppure a suo modo preziosissima, quella uscita dall’autopsia del 61enne Patrizio Barlone, l’ex diacono e falso prete di Monte San Biagio rinvenuto lunedì mattina nella sua abitazione nel cuore del paese, il giorno successivo alla festa patronale. Immobilizzato con delle fascette di plastica e poi ucciso o lasciato morire.

Un violento omicidio che venerdì il dottor Filippo Milano, incaricato dal sostituto procuratore titolare delle indagini, Maria Eleonora Tortora, ha provato a ricostruire nella parte medico-legale. Con un esame autoptico estremamente lungo e complesso, come del resto ci si aspettava già dalle prime battute. Accertamenti durati quattro ore, dalle 14,30 alle 18,30 circa, quelli eseguiti sulla salma di Barlone presso la camera mortuaria del cimitero di Terracina. Osservazioni; foto; raccolta dati; analisi; prelievi. Arrivando – in attesa dei risultati degli esami istologici e tossicologici richiesti dalla Procura, previsti entro sessanta giorni – ad un quadro da studiare e interpretare in maniera accurata, tassello per tassello. Tante, quindi, le risposte ancora in sospeso. Qualcuna, però, è già arrivata. Il dottor Milano non dà punti di riferimento, conferme, indizi. Ma, questo è sicuro, dal tavolo autoptico sono emersi “importanti elementi che saranno utili alle indagini”. A corroborare il lavoro dei carabinieri, insomma, nuove certezze.