Rapina alla gelateria Lavezzi, il video che incastra Morlando

Quando gli agenti del Commissariato di Formia lo hanno rintracciato, si trovava in un bar di Santa Croce a Formia. Ancora Giovanni Emanuele Morlando, il quasi 28enne di Formia salito agli altari delle cronache perché coinvolto e assolto (NON DEFINITIVAMENTE come precedentemente erroneamente riportato: il 2 aprile Morlando sarà di fronte ai giudici della Cassazione di Roma per l’udienza bis fissata avverso il procedimento di appello) dall’essere l’autore omicidio del ballerino di Scauri Igor Franchini ma condannato a tre anni, scontati, per occultamento di cadavere.

La gelateria Lavezzi
La gelateria Lavezzi

A casa non c’era ma c’era, invece, la felpa utilizzata per la rapina alla gelateria Lavezzi di Piazza Santa Teresa tra martedì e mercoledì sera. Nello scooter Sh grigio, già riconosciuto l’altra sera, e con cui si muoveva, finito sotto sequestro, un paio di pantaloni. Per gli agenti del Commissariato di via Olivastro Spaventola diretti dal vice questore Di Francia, e coordinati dall’ispettore della squadra di polizia giudiziaria Gaetano Vittoria, ancora gli stessi della rapina. E poi l’orologio al polso, sempre quello ripreso dalle immagini del circuito di video sorveglianza interno della gelateria. Così come le scarpe. A non lasciare dubbi, però, l’andatura leggermente claudicante del 28enne, dovuta a un problema accusato da qualche tempo e noto agli investigatori.


rapina lavezziLe immagini della videosorveglianza sono state fondamentali per risolvere il caso. Il vice questore non lo nasconde nel corso della conferenza stampa, in qualche modo sollecitando l’amministrazione comunale, e senza troppi giri di parole, perché dia il via libera all’utilizzo degli impianti di video sorveglianza comunali.

 

LE INDAGINI CHE HANNO PORTATO ALL’ARRESTO

Decisivo l’intuito degli agenti. Ma anche il presunto senso di impunità del 28enne. Che era tenuto sotto osservazione almeno da ottobre quando una perizia medica lo aveva scarcerato dai domiciliari stabilendo, per un episodio per cui era imputato per minacce a famigliari e aggressione a cinque carabinieri che avevano provato a fermarlo, che al momento di quei fatti “era incapace di intendere e volere”. Da cui anche la dichiarazione di improcedibilità e la chiusura del processo. Per l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che per l’ennesima volta sarà chiamato a difenderlo “questo è l’ennesimo errore giudiziario: non è stato lui”. Forse già ipotizzando una difesa incentrata sul fatto che il casco non è stato ritrovato.

Il trasferimento al Dono Svizzero
Il trasferimento al Dono Svizzero

Ieri sera, una volta sottoposto a fermo come disposto dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Cassino Arianna Armanini, e in procinto di essere trasferito presso la locale casa circondariale, Morlando ha accusato un malore ed è stato trasferito all’ospedale Dono Svizzero.

Un momento della conferenza stampa in Commissariato a Formia
Un momento della conferenza stampa in Commissariato a Formia

Dopo poco però, i sanitari hanno verificato che poteva essere dimesso e il 28enne è andato in escandescenza: ha colpito ripetutamente con i piedi l’abitacolo di sicurezza dell’autovettura di polizia, riuscendo a divellere dal suo alloggiamento il vetro dello sportello posteriore. Nuovamente immobilizzato con l’intervento di altro personale, infine è stato fatto salire su un’ulteriore auto che lo ha condotto a Cassino, con altri capi di imputazione: resistenza e danneggiamento aggravato.

Intanto sono in corso accertamenti volti a individuare il complice.

IL TRASFERIMENTO IN OSPEDALE