Omicidio dell’avvocato Piccolino, l’assassino confessa

Michele Rossi accompagnato fuori dal Commissiariato di Formia

Quasi cinque ore di serrato interrogatorio ieri sera, martedì, presso il Commissariato di Polizia di Formia, infine la confessione. Michele Rossi, 59 anni, ex paracadutista, ha così ammesso l’omicidio del 71enne avvocato Mario Piccolino ma ancora molti restano i lati oscuri di una vicenda che ha emotivamente coinvolto tutta la città (VIDEO).

“Fortemente provato”, si è limitato a dire del proprio assistito il legale difensore Andrea Di Croce da noi interpellato, non escludendo Rossi avesse anche intenzione di suicidarsi dopo il delitto. Lasciando intendere, inoltre, che dietro l’efferato gesto si potrebbe nascondere un forte disagio psichico dovuto principalmente a due successivi ictus che avevano fortemente menomato l’uomo, diabetico, residente a Santi Cosma e Damiano e da qualche anno separatosi dalla compagna di Ventotene, dove avrebbe avuto origine la vicenda che ha portato all’omicidio commesso a Formia. Solo da due mesi, dopo una lunga riabilitazione e dimagrito di quasi sedici chili in seguito ai malori avuti, il 59enne era tornato a una vita seminormale, seppure, racconta chi lo conosceva, molto chiuso in se stesso, non usciva quasi mai dalla sua abitazione e non era perfettamente in grado di guidare non coordinando adeguatamente le gambe. Tra le altre, attraverso un fratello aveva anche recentemente avviato una procedura per vedersi riconosciuta l’invalità cui era soggetto.


La convalida dell’arresto dovrebbe intanto aversi venerdì prossimo davanti al gip Lanna presso il Tribunale di Cassino. Il fratello dell’avvocato ucciso, Marco Piccolino, si è questa mattina costituito negli avvocati Michele Piccolino e Alberto Scerbo.