Opposizione e maggioranza a braccetto, la Rosato contro la stampa ‘lurida’

Pina Rosato

La consigliera comunale Pina Rosato, che nel Consiglio comunale di Gaeta rappresenta da sola, dai banchi dell’opposizione, il Partito Democratico, ha voluto aprire l’ultima assise, con una sentita e doverosa premessa. L’impellente necessità sentita dalla Rosato è stata quella di anteporre ai temi rigurdanti la sua città che è chiamata a rappresentare, la messa in discussione delle rivelazioni lasciate da Edoardo Accetta, consigliere comunale della maggioranza Forza Italia, al sottoscritto. O meglio, ciò che la Rosato ha messo in discussione è stato solo il sottoscritto, il giornalista “Adriano PagaTo”, così ha voluto chiamarmi, il che lascia spazio a un paio di considerazioni.

Anzitutto viene da chiedersi come mai la Rosato si preoccupi tanto del consigliere Accetta? Perché senta la necessità di aprire un Consiglio comunale per contestare il giornalista al quale Accetta ha parlato facendo tremare la maggioranza tanto da dover immediatamente sollecitare il senatore Fazzone ad organizzare un pranzo riparatore in quel di Fondi con Mitrano, Coscione e Leccese. Dunque, perché la consigliera Rosato diventa l’avvocato d’ufficio di Accetta? Che pure le sue dichiarazioni le ha fatte spontaneamente. E perché mette in discussione la mia buona fede e soprattutto la veridicità delle affermazioni rese da Accetta? Persino lo stesso consigliere di Forza Italia ha evitato di fare il mio nome nella smentita che deve essersi resa necessaria dopo l’incontro con Fazzone. Lo capisco, anche se non lo condivido.


Ciò che non riesco a capire è perché se ne faccia carico la Rosato? In altri tempi non avrebbe perso l’occasione, com’è giusto e logico che sia, per denunciare quanto affermato da Accetta, col suo stile ficcante. Avrebbe fatto cioè quel che dovrebbe fare un partito di opposizione, niente di anomalo. Ma opposizione ormai non ne fa più. D’altra parte la Rosato l’unica opposizione degna di questo nome che è riuscita a fare negli ultimi anni, è stata quella a sé stessa, al suo stesso partito, riuscendo nell’impresa di spaccarlo mentre nel resto d’Italia cominciava a vincere dopo anni di sconfitte per mani del nemico Berlusconi col quale oggi nel Pd pure vanno a braccetto. Su questo è in linea col partito.

BindiCol risultato di non riuscire nemmeno a portare il simbolo del Pd alle elezioni comunali del 2012. In visita a Gaeta persino il presidente del Pd Rosy Bindi scelse di andare a chiudere la campagna elettorale al comizio della lista civica di Raimondi e non al suo. E infatti vinse Mitrano. Una mossa politica da vera stratega, in linea con quanto accade sul palcoscenico nazionale. D’altra parte il livello sovraistituzionale al quale la Rosato deve rispondere è oggi composto dalla coppia dei Claudio, coi quali lei, soprattutto Moscardelli, stringe un rapporto forte. Tanto forte il rapporto con Moscardelli che alla vittoria delle elezioni del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, si trova a festeggiare nelle sede di via Rubino. E in questo senso uno dei risultati più significativi che la Rosato può vantare nelle ultime settimane come consigliere comunale di Gaeta è quello di essere la “fondatrice” del gruppo dei Moscardelliani in seno al Consiglio comunale di Formia e che oggi si trovano opposti al sindaco. Perché di fatto le presentazioni coi vari Ciaramella, Masiello e Zangrillo le ha fatte proprio lei.

Perché il Pd in questa fase si distingue per essere più capace di fare la guerra a sé stesso che ai partiti di opposizione. E la Rosato in questo è stata una antesignana, una maestra. Con la destra di Mitrano infatti, la Rosato, si è distinta soprattutto per un viaggio a Cabo Verde nel novembre 2013, dal quale si è però ben guardata di figurare nelle foto. C’era anche Vona. Ma al di là di tutto questo ciò che ha dato fastidio alla Rosato, è l’aver riportato da parte del sottoscritto un documento, peraltro consultabile sul sito del Comune di Gaeta, che testimonia della compravendita di una palazzina dal presidente del Consiglio comunale Luigi Coscione, il quale dalle rivelazioni di Accetta è quello che ne esce peggio degli altri, perché accusato di aver votato partiti diversi da Forza Italia a tutte le ultime tornate elettorali e per essere stato messo alla presidenza del Consiglio comunale solo per “dargli uno stipendio”: parole del sindaco Mitrano, secondo Accetta.

Per questi motivi la Rosato decide di giocare a storpiare il mio cognome facendolo diventare “Pagato” e non Pagano, ripetendolo più volte in Consiglio comunale in modo che il gioco di parole sia chiaro a tutti. Insomma l’intento è chiaramente diffamatorio. Come se per fare ciò che faccio, per scrivere ciò che scrivo qualcuno mi avesse pagato profumatamente, come fossi mosso da poteri occulti superiori per scrivere della palazzina acquistata da Coscione. Vorrei dire alla Rosato che fortunatamente sono sempre più lontani i tempi quando le bastava chiamare il direttore di LatinaOggi Alessandro Panigutti, per dare priorità ai suoi comunicati stampa. Tanti comunicati arrivano tutti i giorni sulla posta di redazione di un quotidiano di un’intera Provincia, ma non si capisce perché ogni volta che arrivava quello di Pina Rosato, questo veniva sempre accompagnato dalla telefonata di Panigutti o chi per lui. Massima priorità per il corrispondente da Gaeta, cioè io, tanto è vero che Pina Rosato mi conosce benissimo, da tempo, e allora non può aver dimenticato il mio nome.

Tutto questo cara Rosato non è più possibile, i direttori compiacenti sono una specie in via di estinzione, e speriamo anche i politici così invadenti. Infatti nonostante le risorse esigue, siamo liberi e anche abbastanza poveri, altro che Pagato, e non vantiamo stipendi da dipendenti Asl ne da direttori. Anzi LatinaOggi, oltre alle indagini sulla bancarotta, mi deve ancora 7mila euro che forse non vedrò mai, come decine di colleghi letteralmente truffati. Ma ci resta la dignità di riuscire ancora a garantire quel diritto all’informazione che per troppo tempo è stato negato, anche se riconosciuto dall’articolo 21 della Costituzione se lo ha dimenticato. Lo stesso promemoria l’ho dovuto fare anche al suo collega di partito e sindaco di Formia Sandro Bartolomeo che ci definì luridi per alcune notizie molto rilevanti riportate da H24. Quindi nonostante lo portiate nel nome del partito che rappresentate, non sembra conosciate bene il significato di democrazia, e allora lo ribadiamo: il popolo è sovrano solo se ben informato, non può esserlo invece se resta all’oscuro di tutto. Peggio ancora se accade in territori complicati come il sudpontino. D’altra parte lo schema è oramai chiaro a tutti, e lei ha deciso di schierarsi da parte dei detrattori della stampa lurida, per dirla alla Bartolomeo, quelli che non hanno più direttori da chiamare per disporre censure o caldeggiare interventi. E allora non resta che l’offesa.