I cani vanno lasciati morire in strada: la verità dietro i soccorsi agli animali e il caso di Formia

Il cane soccorso la scorsa notte e poi deceduto

“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. E una frase attribuita a Gandhi che può essere associata a quella del filosofo tedesco Kant secondo cui “Possiamo giudicare il cuore di un uomo dal modo in cui tratta gli animali”. Un utile introduzione per comprendere, e giudicare, cosa succede in Italia, in particolare a Formia ma a ben vedere in tutta la provincia di Latina.

L’ANTEFATTO – La scorsa notte un cane setter accusa un improvviso malore. L’animale si trova con il proprio proprietario in piazza Vittoria a Formia. Appariva in buona salute ma poi improvvisamente crolla a terra paralizzato. Fortuna vuole che chi è presente in quel momento in piazza sappia di un servizio veterinario lì nei pressi e vi accompagni immediatamente cane e proprietario. Il giovane setter viene così salvato appena in tempo. Cane fortunato lui, non altrettanto l’altro di cui pubblichiamo la foto. Ed è proprio dal piccolo meticcio che nasce questa storia.


Il cane ritrovato
Il cane ritrovato

IL RITROVAMENTO E LA PROCEDURA – L’animale di appena due mesi, una femmina, è stato trovato vicino la strada da un privato cittadino abbandonato in un cartone e in una pozza di sangue. Cosa succede in questi casi? Colui che ritrova l’animale non deve muoverlo, soprattutto se cucciolo, ed evitare di portarlo a casa, in quanto potrebbe avere malattie trasmissibili. Pertanto, deve mettersi in contatto con la Asl che, a sua volta, mette al corrente il veterinario in servizio, anche notturno, nella zona. Una volta sul posto il medico, considerate le condizioni dell’animale, ne verifica il sesso, la presenza di microchip e fa una prima diagnosi all’animale. Di fatto, già in questo momento, se il cane non risulta “chippato”, il Sindaco del comune dove viene ritrovato ne diviene da questo momento il proprietario.

In base alle sue condizioni, il veterinario decide se è il caso o meno che l’animale vada in un canile o, non esistendo in provincia strutture pubbliche, venga trasportato in una clinica privata convenzionata alla Asl. A gestire il trasporto per conto delle Asl di Latina e Roma H è la società Animal Service che è pagata in base ai chilometri percorsi attraverso un dispositivo a bordo dei mezzi che ne misura i percorsi. Ad aumentare questi costi, il dato che se una clinica risulta priva di posti liberi, si passa alla successiva più vicina dacché un cane ritrovato ad esempio a Minturno, in particolari situazioni può finire per essere curato addirittura a Latina.

Una volta effettuato il servizio di trasporto da parte della Animal Service e di cure da parte della clinica privata, entrambe emettono fatture indirizzate alla Asl che effettua una sorta di controllo di garanzia per poi, una volta verificate, girarle al Comune che è tenuto a pagarle.

Una trafila burocratica lunga e che pesa sui bilanci dei Comuni ma da cui non ci si può sottrarre seppure si può in qualche modo aggirare. Ad esempio provvedendo a soccorrere, come prevede il Codice della Strada (art. 31 Legge 29 luglio 2010, n.120), solo gli animali investiti o simili, abbandonando al loro destino, o quasi, tutti gli altri.

IL CORTO CIRCUITO SANITARIO – AMMINISTRATIVO E LA PRASSI REALE – La persona che ritrova l’animale la scorsa notte chiama correttamente la Asl che a sua volta, secondo prassi, lo mette in contatto con il veterinario in servizio. Questi, però, accertatosi telefonicamente che l’animale non è stato investito, invita l’uomo a portarlo la mattinata successiva in clinica. Il cane continua a perdere sangue dai propri orefizi e mossa a pietà la persona che lo ritrova, non essendo molto distante, informa una clinica nei pressi del luogo del ritrovamento. Di fronte alle condizioni dell’animale, i medici in servizio richiamano, e non possono fare altro, il veterinario Asl che giunge sul posto.

La sua reazione però, noi presenti a sua insaputa, non è proprio quella che ci si attenderebbe da un medico. L’uomo, infatti, invece di visitare l’animale, che tra l’altro è la prima volta che vede e che per logica avrebbe dovuto già raggiungere alla prima chiamata per emettere una diagnosi di base, si oppone all’intervento e, pur essendo retribuito dall’Asl, comincia, davanti a diversi testimoni, a lamentare che l’intervento comporterà un innalzamento dei costi per il Comune, entrando in un discorso tecnico – amministrativo che poco ha a che fare con la sua professione. Solo dietro le contestazioni dei presenti, infine, dà un’occhiata al cane e liquida il problema, affidandolo alla clinica, con una banale infezione e disidratazione da cui l’animale, secondo lui, guarirà presto. Peccato invece che oggi è morto per una gastroenterite da parvovirus, una patalogia trasmissibile e che colpisce soprattutto i cuccioli.

ACCUSE AI COMUNI – Oltre ad aggiungere che il ricovero poteva essere concesso solo in caso di evento traumatico per l’animale, il medico veterinario fa presente le numerose pressioni che riceve dal Comune nella persona del funzionario dell’ufficio ambiente Gino Forte. Così forti, e le fa anche sentire, che da tempo è costretto a registrare ogni telefonata che riceve. E quindi, aggiungiamo noi, a non lavorare sereno. Di più, a telefonare al funzionare comunale, che glielo ha chiesto espressamente, ogni qual volta è chiamato per un intervento. Così creando un conflitto di attribuzione tra lui che dovrebbe decidere pensando solo alla salute dell’animale che ha di fronte e chi invece deve fare in modo che i conti quadrino.

In buona sostanza, al termine della serata, una cosa però è stata ben chiarita ovvero che il Comune di Formia, e verosimilmente non il solo, spinge perché vengano effettuati meno ricoveri possibili. Parallelamente a questo, inoltre, la non troppo velata accusa – sempre del Comune – indirizzata a ignoti di mettersi d’accordo con le cliniche per effettuare più recuperi e all’Asl di praticare prezzi troppo alti per gli interventi stabiliti che però, di fatto, sono regolari per legge in accordo con la federazione nazionale medici veterinari.

 

RICHIESTA DI PRECISAZIONE DEL 17 AGOSTO 2015 DA PARTE DI GINO FORTE