Sindaco deceduto, sciolto il consiglio di Sperlonga. Che però rimane

Il Comune di Sperlonga

AGGIORNAMENTO – Addio al consiglio comunale di Sperlonga, anzi no: il presidente della Repubblica scioglie l’assise, ma, per un’apparente paradosso legislativo, giunta ed assemblea rimangono momentaneamente in sella. Almeno fino alle nuove elezioni, da tenersi in primavera.

Uno scossone formale ampiamente in preventivo, legato alla recente scomparsa del sindaco in carica Rocco Scalingi, venuto a mancare lo scorso 6 luglio. Il decreto di scioglimento a firma del presidente Sergio Mattarella, datato 30 luglio e disposto dietro parere del Ministero dell’Interno, è stato protocollato in Municipio nella mattinata di martedì, dopo essere stato girato dalla Prefettura. Nel documento, si fa riferimento all’articolo 53, comma 1, del decreto legislativo numero 267 dell’8 agosto 2000 del Testo unico degli enti locali. “In caso di impedimento permanente, rimozione, decadenza o decesso del sindaco o del presidente della provincia – recita il Dpr in questione – la giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio. Il consiglio e la giunta rimangono in carica sino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco o presidente della provincia. Sino alle predette elezioni, le funzioni del sindaco e del presidente della provincia sono svolte, rispettivamente, dal vicesindaco e dal vicepresidente”. Dunque, per effetto delle disposizioni del Tuel, la “liquidazione” dell’attuale amministrazione resta solo virtuale. In attesa delle urne, la maggioranza forzista al governo del borgo rivierasco continuerà a rimanere salda al proprio posto, sotto la guida del sindaco facente funzione Francescoantonio Faiola. Non certo nuovo a questo ruolo, ricoperto ininterrottamente da ben prima della dipartita del primo cittadino eletto. Faiola era già al vertice della macchina amministrativa da oltre un anno, in concomitanza col decreto prefettizio di sospensione dell’allora sindaco Scalingi, giunto a giugno 2014 in applicazione della legge Severino, per via della condanna per abuso d’ufficio arrivata nel 2013 in coppia Armando Cusani. Unica differenza rispetto al recente passato, è che da qui in avanti Faiola e i suoi dovranno minuziosamente tener conto di un paletto essenziale: a causa dell’avvenuto scioglimento, potranno mettere mano solo all’ordinaria amministrazione. Per uscire dal limbo si dovrà attendere la prima tornata elettorale utile, che nel caso coincide con la scadenza naturale del mandato dell’amministrazione in carica: maggio 2016.


I DUBBI DALLA MINORANZA 

Principale effetto del formale scioglimento del consiglio comunale sperlongano, l’impossibilità di effettuare azioni che non ricadano nell’ordinaria amministrazione. Si dovrà per forza di cose andare avanti a regime ridotto. Ciononostante, nemmeno il tempo di calarsi nella nuova realtà, a riguardo sono già iniziati i primi punti interrogativi. “Sulla questione della normale amministrazione abbiamo dei dubbi”, hanno spiegato a margine dell’ufficializzazione dello scioglimento i consiglieri di minoranza Benito Di Fazio e Alfredo Rossi. “Ci sono degli atti che probabilmente vanno al di là di quanto è possibile fare”. Le perplessità dei due esponenti d’opposizione riguardano in particolare un recente decreto sindacale a firma del sindaco facente funzione Faiola. Datato 27 luglio, riguarda la conferma della nomina a tempo determinato, a decorrere dal 7 dello stesso mese e fino a maggio 2016, della dottoressa Alessandra Faiola come capo area del settore “Servizi al cittadino”. Una disposizione motivata dall’ente con l’assenza di professionalità sufficiente al raggiungimento degli obiettivi amministrativi, ma che, quantomeno per tempistiche, non convince del tutto Di Fazio e Rossi. La guardia resta alta: “Intanto valuteremo determinati atti con attenzione, poi vedremo se sarà il caso di fare dei passi ufficiali”.