Ricerca dei tre dispersi del “Rosinella”, arrivano i palombari della Marina. Improbabile il recupero del relitto

Il Rosinella ormeggiato nell'aprile 2015 a Formia (foto Enrico Veneruso - http://www.naviecapitani.it/ )

L’arrivo di un equipaggio specializzato di palombari della Marina Militare da La Spezia, per ispezionare a fondo il relitto del peschereccio Rosinella a 62 metri di profondità, trovato a 7 miglia sud-est di Punta Stendardo, era atteso per la metà di maggio, ma potrebbe essere anticipato a giorni. Un’attività esplicitamente richiesta dalla Procura di Cassino che sta indagando su quanto accaduto all’equipaggio di tre uomini della paranza, oramai scomparsi dal 20 aprile scorso.

Le immagini del ROV (Remote Operated Vehicle), effettuate dal robot subacqueo in dotazione alla Capitaneria di Porto, oltre a confermare che quel relitto è proprio l’imbarcazione Rosinella che si stava cercando, non hanno però infatti chiarito il “mistero” sulla scomparsa dei tre – il capo barca Giulio Oliviero, di 44 anni, Khalifa e Saipeddine Sassi, tunisini, padre e figlio di 60 e 25 anni – e allora si attendono le immersioni in profondità con l’equipaggiamento adatto.


Resta infine da capire la volontà da parte della Procura di disporre il recupero del relitto. Una opzione che, se si prende in considerazione la statistica di casi analoghi, resta poco probabile perchè difficilmente in queste circostanze si effettuano i recuperi. Tuttavia sarebbe utile a capire i motivi dell’affondamento che, dopo la ripresa delle immagini del Rov, restano ancora ignoti perchè non si sono potuti vedere segni di rotture o squarci allo scafo. Una operazione di non poco conto visto che si tratterebbe di impegnare risorse finanziarie che possono arrivare fino a 30mila euro al giorno per pagare mezzi e servizi specializzati che la Procura deve incaricare per il recupero dell’imbarcazione inabissatasi.