Sì all’abbattimento selettivo dei cinghiali in esubero all’interno del Parco dei Monti Aurunci ma sotto la guida di un Guardia Parco e non prima che il Direttore dell’Ente abbia proceduto allo studio e alla redazione di un censimento del fenomeno che dovrà essere vagliato positivamente dalla Regione Lazio.
![La sede dell'Ente Parco dei Monti Aurunci a Campodimele](http://www.h24notizie.com/wp-content/uploads/2016/05/Aurunci-Parco-palazzo-Campodimele-230x130.jpg)
E’ quanto si apprende al termine della riunione che ha visto incontrarsi, lunedì presso la sede amministrativa del Parco dei Monti Aurunci a Campodimele, i Comuni del Parco, le associazioni venatorie e ambientaliste del territorio, gli Atc, le due province di Latina e Frosinone, la Forestale. Illustri gli assenti, tra gli altri Formia, Fondi e Cassino ma anche Esperia, Pico e Pontecorvo (presenti Itri, Lenola, Campodimele, Spigno Saturnia e Ausonia), nonostante la ormai nota vastità del fenomeno cinghiali che, oltre a mettere in serio pericolo l’ecosistema e la biodiversità del Parco, l’agricoltura nei territori circostanti, pone soprattutto a rischio la circolazione stradale e l’incolumità delle persone.
![Cinghiale fotografato all'interno del Parco dei Monti Aurunci](http://www.h24notizie.com/wp-content/uploads/2016/05/cinghiale-230x130.jpg)
I NUOVI CINGHIALI IBRIDI – Al centro del problema, dunque, proprio i cinghiali, sempre più numerosi, migliaia forse, non più o quasi per nulla autoctoni, per la maggioranza una sorta di ibridi nati da accoppiamenti con comuni maiali (e quindi verosimilmente indotti), e che ora si riproducono due volte l’anno invece dell’usuale unica del cinghiale. Un numero crescente e incontrollabile, problema comune ad altri Parchi regionali, e che ora l’Ente intende rendicontare. E, considerata la gravità e vastità del problema riconosciuta da tutti i presenti al tavolo tecnico, ridurre di intensità con uno sfoltimento selettivo a cui, se la Regione darà l’ok, procederanno cacciatori formati all’interno dell’Ente e poi accompagnati nella battuta da un solo cane e da un Guardia Parco con l’unico obiettivo di eliminare i cinghiali non autoctoni: quelli che al momento sembrano essere la maggioranza e che saranno successivamente donati o macellati e venduti previo controllo della Asl. Il tutto secondo la logica, che vale tutt’ora, secondo cui nessuno può sparare liberamente in un Parco.
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