Successo a Formia per “I Pascià” ma amministrazione assente

minieri formia giugno 2016 2
Da sinistra Andrea Cannavale, Sergio Nazzaro, Salvatore Minieri, Francesco Furlan, Paola Villa

Un libro che mette un punto su una storia trentennale ma che non costituisce una fine e, anzi, è un inizio da cui ripartire e interrogarsi. In una sala Ribaud con quasi un centinaio persone all’interno, sabato pomeriggio a Formia presso il Comune, è andata in scena l’attesa presentazione del libro “I Pascià – Storia criminale del clan Bardellino e della discoteca Seven Up” di Salvatore Minieri. Un incontro annunciato da tempo sulla scorta del grande successo nelle librerie e che non poteva tralasciare Formia dove i fatti narrati, e di rilevanza nazionale, si svolgono, a cui hanno preso parte, oltre l’autore, il reporter e scrittore Sergio Nazzaro, il giornalista di H24notizie Francesco Furlan, il rappresentante dell’Osservatorio comunale contro le mafie Andrea Cannavale, la portavoce dell’Assemblea Popolare del Golfo Paola Villa.

L'ingresso della discoteca Seven Up come appariva all'inizio degli anni '80
L’ingresso della discoteca Seven Up come appariva all’inizio degli anni ’80

Pur assenti i rappresentanti dell’amministrazione comunale, la delegata alla Legalità è comparsa in sala solo negli ultimi minuti senza peraltro sentire il bisogno di prendere la parola, il dibattito, poco formale, schietto nei contenuti e con la partecipazione di un pubblico attento che non ha risparmiato anche scomode domande, non ha tradito le aspettative affrontando la nascita, la vita e la drammatica fine (oggi è un rudere), di quella che negli anni ’80 era la più grande discoteca d’Europa, capace di accogliere fino, e oltre, diecimila persone: il Seven Up.


Ex Seven Up come è oggi
Ex Seven Up come è oggi

Una storia per forza di cose intrecciata alla vita amministrativa, politica e criminale di Formia e del golfo dove come fantasmi sono riemersi dallo sfondo nomi e storie che parevano dimenticati eppure ancora terribilmente attuali: quelli del pentito Carmine Schiavone con annesse le rivelazioni sul traffico di rifiuti (desecretate dal Presidente della Camera nel novembre 2013), e armi sulle strade pontine del Golfo e al porto di Gaeta, la discarica de Gli Archi, di Borgo Montello, gli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin su cui recenti rivelazioni hanno aperto una luce di verità e un processo di revisione, Aldo Ferrucci, la Banca Popolare del Golfo di Gaeta e i rapporti con Enrico Nicoletti della Banda della Magliana e il faccendiere Flavio Carboni. E molto altro ancora.

Mafie nel Lazio
Mafie nel Lazio

Un territorio e una popolazione, quella pontina, che per anni, forse secoli come racconta Minieri nella sua ricostruzione storica, è rimasta in silenzio davanti alle prevaricazioni e “invasioni” ma su cui negli ultimi mesi, vuoi per gli spari e gli incendi pre elezioni amministrative nel sud pontino, le audizioni nelle commissioni parlamentari mafie ed ecomafie con la richiesta del Questore di un presidio della Squadra Mobile nel Basso Lazio, la visibilità televisiva nazionale dovuta alla serie televisive dedicate al poliziotto Roberto Mancini e le citazioni nella serie cult Gomorra, pare essersi accresciuta l’attenzione degli organi conoscitivi e investigativi dello Stato.

 

A PAGINA 2 ‘DUE ESTRATTI VIDEO DELL’INCONTRO DI SABATO IN SALA RIBAUD A FORMIA’