Traffico di rifiuti e disastro ambientale: 20 anni a Cipriano Chianese, il boss che amava il sudpontino

Cipriano Chianese

Condannato a 20 anni di carcere per disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti Cipriano Chianese, considerato il re del business dei rifiuti per conto del Clan dei Casalesi e tra i primi colletti bianchi – è un avvocato – emissari per conto della potente organizzazione criminale campana. Attivo soprattutto nel basso Lazio. La condanna, arrivata ieri dopo un lunghissimo processo durato 180 udienze circa, riguarda l’interramento di rifiuti tossici nella discarica Resit – proprietà di Chianese – di Giugliano in Provincia di Napoli.

Giulio Facchi
Giulio Facchi

Insieme a lui condannati a 5 anni e mezzo anche Giulio Facchi, l’ex subcommissario dell’emergenza rifiuti campana durante l’amministrazione di Antonio Bassolino e a 16 anni Gaetano Cerci, altro imprenditore dei rifiuti legato ai Casalesi e alla P2. La sentenza è stata emessa dalla V sezione della Corte d’assise, presieduta da Adriana Pangia.


Analoga condanna a 20 anni era arrivata per Francesco Bidognetti, già ristretto al carcere duro previsto per i mafiosi, colpevole di aver inquinato le falde acquifere. Nella sentenza di ieri presente in aula anche Don Maurizio Patriciello che nelle Terra dei Fuochi si sta battendo da molti anni contro i crimini ambientali e i loro responsabili.

A PAGINA 2 LA LUNGA STORIA DI CHIANESE NEL GOLFO DI GAETA