L’universo xxxxxxxxx e il sud pontino: seconda interrogazione parlamentare

Il caso Zangrillo e il provvedimento preso dagli inquirenti di Cassino nei confronti di H24 per l’articolo scritto sulla vicenda approdano di nuovo in Parlamento. Dopo l’interrogazione del deputato pontino Cristian Iannuzzi, ex Movimento5Stelle, a chiedere lumi sulla vicenda ai ministri della difesa e della giustizia è ora la senatrice pontina Ivana Simeoni, anche lei ex Movimento 5 Stelle e madre di Iannuzzi.

Ivana Simeoni
Ivana Simeoni

Simeoni ricorda che, il 30 marzo scorso, i carabinieri hanno arrestato l’imprenditore formiano Vincenzo Zangrillo in flagranza di reato, mentre si trovata a bordo di una betoniera, risultata rubata.


“Vincenzo Zangrillo – scrive la senatrice nell’interrogazione – è un nome noto nel basso Lazio, in quanto risultato indagato in numerose indagini”. Ancora : “Il 12 novembre 2015, gli investigatori della Direzione investigativa antimafia del centro operativo di Roma hanno sequestrato nelle province di Latina, Frosinone, Napoli, Caserta e Isernia, su disposizione del Tribunale di Latina, oltre 200 camion, 2 cave di marmo, società, terreni e immobili riconducibili a Vincenzo Zangrillo, cui fanno, altresì, capo società operanti nel trasporto merci su strada, smaltimento rifiuti e commercio di autovetture, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro”.

dia“I fratelli Pietro e Raffaele sarebbero, invero, appartenenti alle forze dell’ordine – continua Simeoni -, Pietro Zangrillo, oggi in pensione, ha indossato la divisa dell’Arma, operando soprattutto in Campania, prestando servizio negli ultimi anni della sua carriera nell’area di Carinola e quindi di Mondragone, dove fu trasferito e dove risulta tuttora domiciliato; Raffaele Zangrillo, invece, ancora in servizio ed in organico, opera con compiti di polizia giudiziaria, presso la Tenenza di Gaeta, considerato che all’indomani dell’ingente sequestro di beni a carico di Vincenzo Zangrillo, la notizia veniva riportata da pressoché tutti i media nazionali e locali, quali la testata on line “H24 Notizie di Latina”, che citava nell’articolo anche i fratelli dell’imprenditore ed in particolar la circostanza che Raffaele Zangrillo svolgesse mansioni di ufficiale di Polizia giudiziaria presso la Tenenza di Gaeta, pur tuttavia specificando che i fratelli di Vincenzo Zangrillo non figuravano in alcun modo indagati”.

Il Tribunale di Cassino
Il Tribunale di Cassino

Poi il provvedimento preso nei confronti di H24: “Nella giornata di sabato 8 ottobre, il Tribunale di Cassino avrebbe ordinato il sequestro preventivo di due pagine del citato articolo a firma dei giornalisti Adriano Pagano e Francesco Furlan, in quanto iscritti nel registro degli indagati per il reato di diffamazione, a seguito di denunzia presentata dal maresciallo Zangrillo. Il decreto di sequestro preventivo sarebbe stato consegnato ai destinatari da un carabiniere collega di Raffaele Zangrillo, sollevando legittimamente nell’interrogante la perplessità riguardante l’opportunità da parte della Procura di Cassino, al fine di fugare qualsivoglia dubbio in merito alla bontà e liceità dell’operazione, di delegare le indagini ad altro corpo di Polizia, giacché nella vicenda risulta essere coinvolto un carabiniere, quale denunziante”.

Simeoni ha chiesto quindi quali provvedimenti il ministro della difesa “reputi opportuno adottare” per quanto riguarda il maresciallo e il ministro della giustizia non intenda “intraprendere alcuna azione ispettiva volta ad approfondire le modalità con le quali la Procura di Cassino abbia disposto la delega alle indagini proprio all’Arma dei Carabinieri, pur vedendo coinvolto nella vicenda stessa un appartenente al corpo dei Carabinieri”.