“Abbiamo rinunciato al pescato ma recuperato quei reperti per amore di Gaeta”

Non c’è danno peggiore per un pescatore di perdere una giornata intera di pesca. Quando sull’Attila II si sono accorti di aver agganciato con le reti due enormi anfore romane non hanno però avuto un momento di esitazione: hanno abbandonato tutto il pescato e, facendo attenzione a non danneggiare quei reperti, hanno fatto ritorno in porto, a Gaeta. “Sono felice di aver dato un piccolo contributo alla città”, dice orgoglioso Giacomo Spinosa, comandante del peschereccio.

Le due anfore sono finite nelle reti dell’Attila II tra Ventotene e Gaeta, su un fondale di circa 240 metri.


“Con quel carico il peschereccio sembrava fermarsi – racconta Spinosa – e pian piano le abbiamo tirate su. Trenta anni fa avevamo recuperato un’anfora ancora più grande. Sono poche le barche che passano in quella zona”.
Ora i reperti sono nelle mani della Capitaneria di porto ed è subito stata interessata anche la Soprintendenza.

Dovrebbe trattarsi di dolia, contenitori che i romani utilizzavano per trasportare il vino.