Sequestro e omicidio del sarto, un progetto criminale che parte da lontano

Un omicidio premeditato quello dell’anziano sarto romano Umberto Esposito. Programmato forse da mesi. Nell’attesa dell’interrogatorio della coppia fermata a Fondi e accusata di sequestro di persona, rapina, falso, utilizzo illecito di carte di credito e soprattutto omicidio volontario, emergono nuovi particolare sulle indagini e gli inquirenti appaiono convinti che da lungo tempo la 24enne romena Georgeta Vaceanu e il compagno, il 35enne fondano Fabrizio Faiola, stessero meditando di imprigionare l’81enne Umberto Esposito e svuotargli i conti.

L’anziano, il 14 marzo scorso, a Latina si incontrò con i due. La ragazza l’aveva conosciuta circa tre anni prima sulla Pontina, dove si prostituita, e se n’era innamorato. Da allora aveva coperto la donna di denaro e regali, aveva accumulato 250mila euro di debiti con la sua sartoria di divise militari pur di soddisfare i bisogni di lei, si era recato anche in Romania, aveva pagato i protettori per metterla al sicuro e, quando lei era andata a vivere con Faiola, altro cliente conosciuto nel locale notturno “Il Sentiero” di Monte San Biagio, aveva continuato a volerle bene e a mantenerla. Secondo i carabinieri, però, i due fermati volevano ancora di più. Temevano soprattutto che il sarto venisse estromesso dalla sua azienda e i figli, come accaduto in passato, viste le spese continue che lui faceva per Georgeta, gli impedissero di continuare a gestire il suo denaro. Il 14 marzo Esposito sarebbe stato quindi narcotizzato, tenuto prigioniero in un luogo ancora imprecisato nella Piana, privato delle sue carte di credito e, incaprettato, mentre Vaceanu e Faiola erano impegnati a svuotargli i conti, è morto per asfissia.


Prima di quel sequestro, però, secondo gli inquirenti già altre due volte i due avrebbero provato a narcotizzare  e imprigionare l’imprenditore. L’estate scorsa, infatti, recatosi nel capoluogo pontino, il sarto era finito per un malore all’ospedale “Goretti” di Latina, dove i medici gli avevano trovato tracce di tranquillanti. Dose massicce di tranquillanti nel corpo dell’81enne erano poi state individuate sempre dai sanitari dell’ospedale del capoluogo pontino nel gennaio scorso. Giunto a Latina, sempre nella zona del “Latina Fiori”, Esposito era ad un tratto stramazzato a terra sul piazzale e Georgeta, prima di allontanarsi, aveva chiamato il 118. Lontano da Latina l’anziano non aveva mai avuto problemi del genere e anche il suo medico ha rigettato l’ipotesi che facesse uso di tranquillanti. Per gli inquirenti il quadro è chiaro: Georgeta per due volte lo avrebbe narcotizzato, tentando di sequestrarlo, ma senza successo. La terza, il 14 marzo, la donna sarebbe riuscita nel suo intento e il sarto sarebbe rimasto vittima di una donna conosciuta ai bordi della Pontina e diventata il suo amore. La stessa che insieme al nuovo compagno avrebbe abbandonato il suo cadavere in un campo in località La Fiora, a Terracina.