L’ex assessore e vicesindaco prende le distanze dall’amministrazione di Formia

“Ho registrato, in queste ultime settimane, tanto impegno e lavorìo, di una certa parte della classe politica e di alcuni esponenti dell’amministrazione, di maggioranza e di minoranza”.

A tirare le somme dell’andamento amministrativo e anche politico di Formia è l’ex vicesindaco e ex assessore ai Lavori pubblici Eleonora Zangrillo.


“Ragionamenti, confronti e incontri politici… ma anche contraddizioni, dissimulazioni, accordi auspicati e accordi fortemente negati.

Tutto molto interessante: se non fosse che, di fatto e purtroppo, si fa fatica a vedere tutto ciò come realmente interessante per la città.

E tutto questo causato (apparentemente) da un voto negativo sul Bilancio comunale.

Una bocciatura che, in prima battuta, ha determinato un sussulto, che ha portato il sindaco e qualche esponente della maggioranza a pronunciarsi, a caldo e con forza, contro il ‘tradimento’ del mandato di un consigliere. A preferire le dimissioni ad altre ipotesi di maggioranza, a dichiararsi pronti a tornare fra la gente, per costruire una nuova maggioranza con cui rivincere le elezioni…salvo poi cambiare idea.

Infatti, in molti hanno successivamente detto che Formia non poteva restare senza un governo, per oltre un anno. Non si poteva non cercare, assolutamente, di fare le tante cose che c’erano da fare. E di certo, non si poteva farle fare ad un Commissario.

Non si poteva non cercare di realizzare, finalmente, i tanti progetti di opere pubbliche già pianificate, o non dare un decoro migliore alla città, al Centro così come nelle Periferie, o non manutenere le scuole, curare il verde, o rendere più bella Formia.

E ancora, non si poteva non approvare il Piano Urbano del Traffico, il Piano Regolatore Generale, la Tangenziale Leggera, l’ospedale del Golfo.

Oggi, ad un anno dalla scadenza del mandato elettorale, ci sarebbe certamente per Formia la necessità di andare avanti su questi temi, portare avanti queste progettualità.

Ma con una maggioranza divenuta ormai asfittica e apparentemente lontana dalle necessità concrete, come questo poteva e può oggi essere possibile?

Una maggioranza e un governo litigiosi, caratterizzati negli anni da continue defezioni e disaffezioni.

Una maggioranza che ha trascorso mesi a discutere su posizioni e nomine, a modificare continuamente l’assetto organizzativo della pianta organica del personale, producendo sovente continue difficoltà nei diversi settori e quindi rallentamenti nelle risposte alla città e ai cittadini.

E allora, per fare tutte le cose ritenute impellenti, si sono disperatamente cercati i numeri per governare. Si sono stretti patti e relazioni (o, semplicemente, queste si sono rese finalmente trasparenti). Tutto molto bene, quindi…

E infatti, sicuramente da oggi si potrà ripartire. Sicuramente si potrà iniziare a lavorare in un clima di rinnovato slancio. Sicuramente, la nuova amministrazione che si intende far nascere potrà realizzare o completare tutto quanto non sia stato fatto finora. Una nuova maggioranza che però, con i numeri alla mano, non pare avere di certo le caratteristiche che una maggioranza dovrebbe avere.

Sembra quasi una sorta di accanimento terapeutico. Del quale però, sarebbe interessante conoscere il vero motivo…

Per quanto mi riguarda: avendo lavorato in questi anni con un approccio concentrato sul provare a ‘far succedere le cose’, cercando di non perdere di vista le cose concrete ed importanti, faccio fatica a credere che ciò che non è stato giudicato prioritario e meritevole di essere fatto, possa esserlo diventato improvvisamente ora.

A chi fa del ‘divide et impera’ il suo modus operandi, non sono più disposta a concedere credito.

Alla maggioranza auguro di poter continuare (o di cominciare) a vedere le cose con occhi più attenti e critici. La critica e la contrapposizione, quando sono sui temi, non sono tradimento, sono, al contrario, confronto e crescita. Ed io non mi sono mai sottratta al confronto, quando però questo aveva un senso. Ora, per le parole e per i fatti finora emersi, non lo ha più.

Ma potrebbe ritornare ad averlo, un senso. Insieme a chi vorrà essere pronto a confluire su progetti, programmi, obiettivi e metodi finalmente comuni e condivisi”.