Don’t touch, regge l’accusa dell’associazione per delinquere

Una fase degli arresti a ottobre 2015

Confermata l’ipotesi dell’associazione per delinquere. L’accusa più pesante nel processo “Don’t touch”, relativo a estorsioni, prestiti usurai, spaccio di droga e investimenti fatti con capitali sporchi dalla criminalità rom a Latina, ha retto al vaglio della Corte d’Appello di Roma.

Il Tribunale di Latina, il 24 giugno dell’anno scorso, ha condannato nove imputati a un totale di 41 anni e mezzo di reclusione: 11 anni al presunto capo, Costantino Cha Cha Di Silvio, 3 anni e 4 mesi a Gianluca Tuma, il volto imprenditoriale del gruppo, 5 anni al “soldato” Angelo Morelli, 2 anni e mezzo a Riccardo Pasini, 2 anni e mezzo al carabiniere Fabio Di Lorenzo, di Aprilia, 6 anni a Davide Giordani, 2 anni e 2 mesi ad Alejandro Bortolin, e 4 anni e mezzo ai romeni accusati dei furti nelle ville, tra cui quella dell’onorevole Pasquale Maietta, Ionut Necula e Alexander Prendi.


La II sezione della Corte d’Appello di Roma ha invece assolto Prendi, difeso dall’avvocato Oreste Palmieri, disponendone anche la liberazione, ha assolto dall’accusa di essere parte dell’associazione per delinquere Pasini, difeso dall’avvocato Gaetano Marino, che si è così visto rideterminare la pena in due anni di reclusione, ha ridotto la pena a 5 anni e 4 mesi di reclusione, a Giordani, ha ridotto a 10 anni la pena a Cha Cha, a quattro anni e mezzo a Morelli, e a un anno e tre mesi a Bortolin, difeso dall’avvocato Alessia Vita. Confermate invece integralmente le condanne per Tuma, Di Lorenzo e Necula.

Le motivazioni della sentenza verranno depositate dai giudici entro 90 giorni.