La maggioranza è evaporata: il Bartolomeo Quater all’ultimo atto

Sandro Bartolomeo travolto dalle luminarie. In una città intrappolata in una crisi idrica, e anche economica, senza precedenti, ecco il paradosso. Il primo cittadino cade sulle variazioni di bilancio.

Ben cinque quelle non approvate nel consiglio comunale di ieri sera 27 novembre 2017, tra le più pesanti quelle relative al Piano di zona di Acqualonga, alle liquidazione delle posizioni organizzative dei dirigenti relative al 2014 e alle ormai famose luminarie natalizie.


Le avvisaglie c’erano. Dal duro  comunicato del consigliere Mattia Aprea che si dichiarava pronto a dare battaglia sulle variazioni di bilancio, all’abbandono dell’ennesimo consigliere di maggioranza, in questo caso Miriam Cupo che entra nel gruppo “Idea Domani”. La maggioranza è evaporata progressivamente.

Bartolomeo cade e lo fa a causa dell’abbandono apertamente dichiarato di Forza Italia che lo sosteneva dall’aprile 2017.  L’alleanza PD-Forza Italia è in frantumi, almeno per quello che i politici navigati lasciano intravedere. La minoranza è diventata maggioranza. Aprea, Bortone, Cardillo Cupo, Riccardelli e La Mura invitano alle dimissioni come ultimo atto. I fedelissimi Ernesto Schiano e Maria Antonietta De Meo provano un’ultima difesa della consiliatura e…delle luminarie.

E Bartolomeo? Non perde l’occasione per lanciare l’ultima sfida ai suoi avversari invitandoli a sfiduciarlo formalmente con le tredici firme che sarebbero sufficienti.

In un finale di consiglio quasi surreale si vanifica poi la possibilità di nominare i rappresentanti formiani per la Comunità Montana, con la maggioranza ormai dissolta che chiede con forza di votare e la minoranza (ormai maggioranza) che chiede ed ottiene il rinvio.

Sandro Bartolomeo lascia la sala Ribaud senza rilasciare alcuna dichiarazione, ma alle 21.30 firma le sue dimissioni vanificando il tentativo della minoranza di tenere in vita il consiglio e  con esso le poltrone per la Comunità Montana.

 

A PAGINA 1  – ABBANDONI E  “CAMBI DI CASACCA”

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