***video***OMICIDIO PANDOLFO. PARLA IL LEGALE DEI FAMILIARI DELLA VITTIMA

*Fiore PANDOLFO*

E’ stata rinviata a domani mattina, alle 9, presso l’obitorio del cimitero formiano di Castagneto, l’autopsia sul cadavere di Fiore Pandolfo, l’autotrasportatore di pneumatici di 30 anni di San Cosma e Damiano crivellato sabato notte da ben 12 colpi di pistola, calibro 9, sparati a breve distanza in via Vellota da Mirko Pascale, di 23 anni. Il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Daria Monsurrò, ha nominato due medici legali, il professor Giovanni Arcudi e Tommaso Cipriani, dalla cui autopsia dovranno essere chiariti non pochi aspetti sulla dinamica del decesso di Pandolfo. L’omicida reo confesso, invece, mercoledì mattina, mentre si svolgeranno nella chiesa di Campomaggiore i funerali di Fiore Pandolfo, comparirà contemporaneamente davanti il Gip Guido Marcelli per l’interrogatorio di garanzia in cui ribadirà quanto ha detto al Pm Monsurrò: ha sparato contro Fiore perché si è sentito da tempo intimidito dal fratello del presunto rivale in amore. Presunto, perché Lucio Pandolfo non è mai stato legato sentimentalmente ad una ragazza di San Cosma e Damiano che sino a Natale è stata la fidanzata dell’aspirante agente di Polizia Penitenziaria. Insomma la rottura di questo rapporto ha creato un disagio nella psiche del 23enne che da tempo pensava – a suo modo – di regolare i conti con il suo rivale al punto di pedinarlo e di avvicinarsi in qualsiasi della


*Mirko PASCALE nell'auto dei carabinieri*

giornata nel cortile della sua abitazione e da scrivere sul suo profilo facebook di essere residente a Casal di Principe e la farse “Chi tradisce è un infame” con la foto di Totò Riina. Sono emersi poi altri elementi: Mirko e Fiore erano amici al punto da trascorrere insieme l’ultimo Capodanno sulla neve a Roccaraso, la stessa vittima si era adoperata per far da paciere tra Mirko e suo fratello Lucio. Replicando all’avvocato difensore Pasquale Cardillo Cupo, il legale di parte civile, Alfredo D’Onorio, sostiene la vittima, che aveva il braccio destro fasciato dopo il morso di un suo cane, è risultata negativa al guanto di paraffina. Insomma non era armato. Anzi, Pascale avrebbe cominciato a sparare quando ancora di trovava all’interno della sua Fiat 500. E per l’avvocato D’Onofrio non c ‘è alcun mistero relativamente alla “scomparsa” dell’Audi A/3 della vittima sul luogo del delitto, rimossa dal fratello Lucio per andare, dopo aver notato Fiore a terra ormai cadavere, ad informare il padre Antonio presso la sua abitazione che distaun chilometro di distanza.

Scritto da Saverio Forte