ESPLOSIONE A FORMIA. DIMESSI QUASI TUTTI I FERITI. I CARABINIERI INDAGANO SULL’ACCADUTO

Non ci sono almeno per il momento indagati ma l’ipotesi di reato è grave: disastro colposo. Il sostituto procuratore della Repubblica di Latina Valerio De Luca ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare la causa e le eventuali responsabilità sull’esplosione, provocata da una fuga di gas, che ieri ha distrutto un appartamento, per danneggiarne altri due, al piano rialzato di un’elegante palazzina al civico numero 2 di via Madonna di Ponza, nel popoloso quartiere di Rio Fresco Scacciagalline a Formia.


La Procura di Latina sta coordinando la meticolosa e difficile azione investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Formia che, agli ordini del Maggiore Pasquale Saccone, anche oggi hanno raccolto importanti elementi per definire le ragioni che hanno causato la devastante deflagrazione. Innanzitutto i Carabinieri hanno acquisito il contratto d’affitto dell’abitazione in cui è avvenuto lo scoppio; è regolare ed è stato stipulato nel dicembre 2011, con durata quadriennale, tra il proprietario e F. K., muratore albanese di 33 anni. Nell’appartamento in cui si è verificata l’esplosione c’era l’impianto per il gas metano ma la famiglia albanese che lo occupava non via era allacciata e continuava ad usare la tradizionale bombola che, probabilmente difettata, ha saturato l’ambiente di gas prima della devastante deflagrazione capace di distruggere due Fiat Punto e un’Opel Agila parcheggiate nella strada sottostante. Intanto proseguono gli accertamenti tecnici degli stessi Vigili del Fuoco di Gaeta che vogliono appurare un’inquietante circostanza: la bombola di gas, nel frattempo sequestrata dai Carabinieri, sarebbe stata caricata con gpl da auto trazione. Non ha odore – al contrario di quello usato per le bombole da cucina – e quindi la perdita non è stata avvertita. L’aria, di conseguenza, si è saturata e appena accesa la luce si è verificato lo scoppio.

Intanto migliorano le condizioni dei 10 feriti, ad eccezione di F. K. ricoverato all’ospedale Santa Maria Goretti a Latina per le bruciature riportate soprattutto agli arti superiori e nella zona toracica del corpo. Hanno potuto lasciare l’ospedale Dono Svizzero i loro bambini di 7 e 4 anni, la sorella di F., Elida, di 26 anni, F. C., di 63 anni, sua moglie S. C., di 60 anni e i componenti di un’altra famiglia, W. Ma., di 34 anni, sua moglie F. R., di 27 anni e il loro bambino, di appena sette mesi, che aveva riportato vasto ematoma all’occhio destro. Intanto la palazzina di via Madonna di Ponza è stata presidiata dai Carabinieri per evitare atti di sciacallaggio, è stata sentita l’amministratrice condominiale per capire se il fabbricato fosse o meno assicurato a fronte di esplosioni o di incendi anche perchè i danni sono ingentissimi. Ma la verità dei fatti potrà essere accertata quando gli uomini del Maggiore Saccone sentiranno F. K., appena le sue condizioni lo permetteranno. Se questa mattina si è svolto un vertice al comune di Formia per fare il punto della situazione con le forze dell’ordine, continuano i disagi degli altri inquilini, una quindicina, della palazzina di via Madonna evacuata ieri in via precauzionale dopo lo scoppio. Questa mattina, dopo la notte trascorsa in un albergo cittadino, dovevano fare ritorno a casa ma un fax dei Vigili del Fuoco ha confermato come l’ingresso del loro palazzo non garantisce elementi sufficienti di sicurezza.

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