REFLUI OLEARI NELL’AUSENTE, L’ESPOSTO DEI RESIDENTI DI SPIGNO

Sversamento di rifiuti e scarti di lavorazione oleari nel Rio Ausente. Ci vanno giù pesante alcuni cittadini di Spigno Saturnia che nei giorni scorsi, attraverso un esposto, hanno denunciato il grave stato di salute in cui versa il corso d’acqua lungo il tratto di competenza del Comune aurunco. Il caso è già sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Latina e non è da escludere che quanto prima possa essere aperta un’inchiesta per inquinamento. Nel territorio di Spigno Saturnia la coltivazione dell’ulivo rappresenta una delle principali fonti di reddito per chi si dedica all’agricoltura. Di pari passo cammina la storica tradizione dei frantoi. Purtroppo però – stando a quanto riportato dai cittadini – qualche azienda avrebbe il vizio di scaricare le acque di risulta derivanti dalle lavorazioni oleari direttamente nell’Ausente. Lo sversamento avverrebbe soprattutto durante i giorni di intense precipitazioni. Nell’esposto, infatti, sono citati diversi episodi in cui l’acqua del torrente si è improvvisamente tinta di un colore scuro intenso. Generalmente le cosiddette “acque di vegetazione” vengono conservate in vasche di accumulo per essere sparse gradualmente sui terreni agricoli in base a delle rigide percentuali. Il motivo è semplice: la sansa e gli altri scarti di frantoio contengono un’elevata presenza di polifenoli e di altre sostanze nocive, che possono risultare tossiche per l’uomo, per gli animali e anche per le culture ortive. Non è un caso, dunque, che gli scarti oleari siano considerati “altamente inquinanti”, capaci cioè di compromettere l’ecosistema tipico dei corsi d’acqua. Nel caso specifico dell’Ausente, giova ricordare che si tratta di un piccolo ma importante affluente del fiume Garigliano, quest’ultimo da tempo al centro di una maxi inchiesta per inquinamento ambientale su cui stanno lavorando le Procure di Latina, Frosinone e Santa Maria Capua Vetere.