GAETA, ITALCRAFT: LAVORATORI E PROPRIETÀ UNITI PER IL RIAVVIO DELLE ATTIVITA’

L’iniziativa è partita dai lavoratori ma ha trovato il pieno e immediato appoggio dei sindacati, della proprietà e anche della politica locale. Perché ieri gli operai dell’Italcraft, hanno tenuto una conferenza stampa all’interno dell’azienda per rivendicare il loro diritto al lavoro auspicando con forza la sopravvivenza del sito produttivo e dell’attuale società che lo gestisce, ovvero la Bluefin srl. Vogliono evitare che chiunque possa mettersi di traverso nell’evoluzione di un percorso lento e difficoltoso che ha però portato al loro reintegro, dopo anni di ammortizzatori sociali e a pochi mesi dalla mobilità, e che grazie all’impegno arrivato dall’azienda garantisce loro un impiego certo nei prossimi due anni. Non sono passati inosservati i recenti fatti giudiziari che hanno visto coinvolto il Consorzio di sviluppo industriale entrato nel merito di una vicenda che non gli competeva, come sancito dal Tar, per evitare lo sfruttamento del sito produttivo denunciando la decadenza della validità del titolo concessorio, e quindi di conseguenza ostruendo la ripartenza industriale e come una reazione a catena mettendo a rischio anche le garanzie occupazionali.

In sostanza mentre da un lato i lavoratori vedevano il Consorzio firmare un protocollo d’intesa per il rilancio industriale e una proprietà pronta al reintegro completo dell’organico, dall’altro paradossalmente lo stesso Consorzio si opponeva allo sfruttamento del sito mettendo i bastoni tra le ruote alla proprietà. Ma non finisce qui perché anche dopo la sentenza del Tar che accoglie il ricorso della proprietà contro la contestazione del Consorzio sulla validità della concessione, contemporaneamente dal comitato locale di Gaeta dell’autorità portuale si proclama una imminente chiusura di un procedimento per decadenza della concessione demaniale perché la nuova società non ha rispettato gli obblighi di riqualificazione infrastrutturale imposti dalla sottoscrizione del titolo avvenuta nel 2005. Quando l’allora Italcraft subentra ai Cantieri del Golfo. A giugno arriva la Bluefin, presenta fideiussioni di garanzia per 8 milioni e impegni di spesa a copertura di debiti per oltre 20milioni, ereditati come massa passiva dalla precedente proprietà. E lo stesso proprietario di Bluefin srl Fabrizio Perrozzi presente all’incontro ha ricordato come “sia una mia chiara volontà quella di investire su questa industria, salvaguardando i livelli occupazionali e investendo in maniera decisiva sul sito per la sua riqualificazione infrastrutturale perché se ho deciso di svolgere questa attività a Gaeta non posso di certo andare a costruire barche in montagne”. Stessa posizione dei sindacati che hanno espresso con forza la volontà di continuare a lavorare in quel sito senza che questo rischi di diventare altro.


Insomma sembra che tutte le posizioni interne all’Italcraft, anche quelle più tradizionalmente controverse e in opposizione, convergano idealmente sulla preoccupazione di strategie attualmente in corso contrarie all’ormai raggiunta risoluzione della vicenda. Eppure qualcosa sta avvenendo perché appare quantomai strano che contemporaneamente Consind e Autorità portuale portino avanti le stesse istanze nel tentativo di depauperare il controllo di Bluefin, rivendicando la medesima posizione, proprio quando la società di Perrozzi garantisce di salvare i posti di lavoro di 46 famiglie, richiamando i parametri dettati dal titolo concessorio ottenuto nel 2005 e della validità di 20 anni che impone una riqualificazione strutturale. Un processo di ristrutturazione mai ancora attivato sia a causa di una crisi economica globale che ha inibito gli investimenti e mandato in cassaintegrazione da tre anni gli operai, sia perché fattori esterni hanno determinato degli intoppi all’insediamento stabile di nuove società come nel caso di Bluefin e del parere negativo sul concordato a seguito della nota del Consind.

Perciò è più che mai chiaro come i lavoratori e l’azienda abbiano, stranamente per questa fase storica, un rapporto idilliaco, ottimo presupposto per la costituzione di un’azienda sana e pronta al ciclo produttivo, anche in virtù del fatto che la stessa Bluefin ha appena sottoscritto un impegno gravoso sotto il profilo economico per la salvaguardia per almeno due anni dei posti di lavoro e che nel frattempo ha dovuto temporaneamente accantonare gli investimenti richiesti. Con un ulteriore impegno nel farli. Insomma tutti attendono la parola fine ai problemi e agli ammortizzatori sociali, e la parola inizio alla fase produttiva.