FORMIA, NUOVE ASSUNZIONI ALLA SORRISO SUL MARE

Tra uomini e donne, in totale se ne contano undici. Tutti laureati e per la maggior parte residenti nella città di Formia. Sono i nuovi educatori, figura necessaria per le comunità terapeutiche, assunti in questi giorni presso la Casa di Cura “Sorriso sul Mare” di Formia. Da lunedì mattina sono ufficialmente parte integrante dell’organico in forza presso la clinica psichiatrica di via Appia. La stessa dove nemmeno due mesi fa trentacinque tra infermieri, operatori sanitari e manutentori, venivano licenziati. Questioni di titoli fanno sapere dalla clinica. Questione anche del mancato adeguamento da parte della struttura alle direttive della Regione Lazio. Che la Asl, braccio operativo della Pisana in tema sanitario, abbia dato la possibilità alla proprietà di licenziare, questo non è da escludere. Una cosa è certa: quei licenziati sono stati le prime vittime del fuoco incrociato tra la Salus, l’istituto cui è affidata la gestione della Sorriso sul Mare, rea di non aver adeguato la clinica agli standard previsti dal decreto 101 del 2010, e la Regione, che con i suoi provvedimenti ha bloccato, di fatto, l’attività di accettazione della clinica, sospendendo l’autorizzazione all’esercizio e la liquidazione per le prestazioni sanitarie rese a partire da agosto. Ciononostante a oggi nella clinica continuano a operare circa una cinquantina di dipendenti, che prestano assistenza al momento non retribuita a 60 ricoverati circa. Pazienti destinati ad altre strutture stando a quanto intimato dalla Regione. Eppure in un contesto così contorto la proprietà che fa? Assume 11 nuove figure. Il motivo, forse, sarebbe da ricercare nella serie di incontri intrapresi tra l’Asl e la proprietà intenzionata a rimettersi seriamente in riga con le disposizioni del decreto 101. Lo scorso 8 gennaio, presso la clinica di Formia, c’è stato un sopralluogo dei tecnici dell’Asl per definire tempi e modalità. Nei giorni scorsi sono stati avviati persino dei lavori all’interno della struttura. Forse qualcosa si sta muovendo, anche se a livello ufficiale non c’è ancora nulla di concreto. Purtroppo sul fronte sindacale le cose non vanno meglio. I lavoratori hanno chiesto per il 23 gennaio un incontro con le parti sociali per trovare una soluzione ai ritardi, sempre più frequenti, nei pagamenti delle spettanze. Si licenzia, si assume, si blocca l’attività di accettazione, si fanno lavori nella clinica e intanto lo stipendio, per chi può dire ancora di averlo, arriva sempre più tardi.