GAETA, PANAPESCA: NUOVO TAVOLO DI CRISI IN COMUNE. È MURO CONTRO MURO TRA ISTITUZIONI E PROPRIETÀ

panapesca_insegnaOrmai siamo al muro contro muro tra Panapesca e il fronte compatto composto da istituzioni e sindacati. Questo scenario fatto di barricate contro Vito Panati, determinato nel licenziamento dei 31 dipendenti della Panapesca, è emerso dallo svolgimento dell’ultimo tavolo di concertazione interistituzionale che si è riunito ieri nella sala consiliare. A sedere per risolvere la vertenza c’erano oltre al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, rappresentanti della Provincia di Latina, della Regione Lazio, la Camera di commercio provinciale e il Consind. In rappresentanza dei lavoratori c’erano i sindacati Cgil, Cisl e Uil e doveva esserci anche Vito Panati, ma l’imprenditore toscano non si è presentato.

In sostanza la posizione largamente condivisa dalle parti è stata quella di chiedere ufficialmente un nuovo progetto industriale di uscita al patron del pesce congelato, a salvaguardia dei posti di lavoro. Indispensabile in questo senso sarà la revoca immediata dello stato di mobilità altrimenti sia l’amministrazione che pure il Consind, pur essendo stato quest’ultimo il primo interlocutore progettuale per la riurbanizzazione de La Piaja, rinunceranno a qualsiasi possibilità di sfruttamento di quell’area.


Bisognerà vedere a questo punto le vere intenzioni del Consind che in una vertenza diversa, ma per certi versi analoga come Italcraft, non aveva esitato con una mano a firmare un protocollo d’intesa con l’amministrazione, per poi con l’altra scrivere al Tar per far decadere il titolo concessorio. Insomma un doppio gioco che dovesse essere messo in atto in questa occasione, vedrebbe scendere direttamente in campo l’amministrazione comunale che metterebbe a quel punto i bastoni tra le ruote al prosieguo del progetto perchè unica autorizzata al rilascio di permessi e licenze.

Insomma, considerato che Panati non sembra approvare quanto sta avvenendo, alla luce dell’assenza di ieri, sembra piuttosto in procinto di escogitare nuove soluzioni. Forse una cessione? Anche se in questo caso bisognerebbe vedere gli esiti del processo di revisione attuato dal tavolo sul procedimento di cessione del sito dal demanio a Panati. Eventuali irregolarità o restrizioni limiterebbero le alternative dell’imprenditore di Montecatini. Staremo a vedere, per ora i sindacati si dicono soddisfatti del tavolo di crisi allestito da Mitrano. Resta la massima disponibilità al confronto con Panati per trovare una soluzione che soddisfi entrambi, ma le sensazioni non sono positive.

Intanto Mitrano ha rivendicato la bontà della delibera di presa d’atto votata dal Consiglio il 27 dicembre scorso, molto discussa per la semplicità e velocità nella sua approvazione.

“Con quell’atto – ha spiegato il primo cittadino – non solo rivendichiamo la tutela dei posti di lavoro compatibilmente col nuovo progetto, ma poi si prescrive un abbattimento con ricostruzione del sito nel rispetto del piano regolatore del Consorzio di sviluppo industriale approvato nel 1997 secondo il quale è consentito il passaggio di destinazione da industriale a commerciale”.