Un’Altra Città: “Acqualatina responsabile del depuratore del Rio Santa Croce”

Lo sversamento del Rio Santa Croce è un problema che riguarda la zona del quartiere di Gianola e il relativo tratto del litorale da anni, nonostante le notizie di questi giorni abbiano creato non poco allarmismo. Lo sanno bene i residenti nell’area in questione che da anni denunciano rimanendo inascoltati o, peggio, ignorati. Da ultimo se ne torna a parlare grazie ad una denuncia, l’ennesima, a seguito della quale vi è stato un blitz della capitaneria di porto, dei vigili urbani di Formia e dei Carabinieri della Forestale”.

E’ quanto si legge nel comunicato diffuso a mezzo stampa dal gruppo cittadino ‘Un’altra città’.


“L’accertamento effettuato riguarda un impianto di sollevamento e, in particolare, ha messo in luce come le vasche di raccolta nel caso di “troppo pieno” convogliano i liquami nel Rio Santa Croce. L’Amministrazione non ha tardato, a seguito del suddetto episodio, nell’affermare la gravità della cosa: peccato che abbia tardato rispetto all’insorgere del problema, più e più volte segnalato dai residenti nel corso degli anni e non solo.

L’ultimo rapporto di Legambiente (che già segnalava lo stato di inquinamento del Rio Santa Croce nel 2010, nel 2011 e nel 2015 , n.d.r.), a seguito di prelievi effettuati in data 20 giugno 2017, segnala che “Per il settimo anno consecutivo la foce del rio Santacroce a Gianola (Formia) presenta valori di contaminazione elevata e per questo riceve un giudizio di “fortemente inquinato”, meritandosi la prima bandiera nera del viaggio 2017 di Goletta Verde.

Il poco ambito vessillo che Legambiente assegna a chi si è particolarmente distinto per azioni contro il mare e le coste italiane, vuole essere un chiaro monito contro una evidente mala gestione del sistema di depurazione – non solo dei comuni costieri, ma anche dell’entroterra che continuano a immettere sostanze inquinanti nel fiume e di conseguenza in mare – che rischia di arrecare danni incalcolabili all’ambiente, alla salute dei cittadini, nonché al turismo e allo sviluppo economico di quel territorio. “ (Dal rapporto Ecomafia 2017, provincia di Latina maglia nera nel Lazio per i reati legati al ciclo del cemento e al terzo posto per quelli relativi al ciclo dei rifiuti).

Legambiente sottolinea come “E’ quanto mai urgente rendere più efficiente il sistema depurativo per non compromettere il mare, la salute dei bagnanti e la vocazione turistica dell’area” non essendo stata riscontrata neanche la presenza di cartelli informativi obbligatori circa la qualità delle acque.

Questi non sono gli unici studi esistenti: la delibera di istituzione dell’area sensibile del Golfo di Gaeta è una realtà che è stata definitivamente approvata in data 19 febbraio 2010. Alla luce dei fatti vediamo l’amministrazione di Formia affermare che se fosse vero che il depuratore di Formia scarica il troppo pieno nel fiume di Gianola, Acqualatina dovrebbe provvedere subito a risolvere il problema oltre a spiegare come ciò sia stato possibile. Acqualatina, definendo grave la disinformazione in merito alla vicenda, si deresponsabilizza affermando che le ispezioni hanno interessato un impianto di sollevamento distante 2 chilometri dal depuratore, risultato peraltro perfettamente funzionante.

Le domande sono tante: l’impianto di sollevamento sarà anche perfettamente funzionante, ma è una prassi normale che i liquami di un troppo pieno finiscano in un rivo che sfocia in mare, considerando che da quasi dieci anni la zona viene catalogata come “fortemente inquinata”? Sorge spontaneo dire di no in quanto parliamo di scienza e dati scientifici. Esistono tutta una serie di esami e dati scientifici che dicono cosa è stato trovato nelle acque del Rio Santa Croce e da questo risalire alla fonte dell’inquinamento: – se nelle acque sono stati trovati componenti chimici azotati, o fosfati ci si riferisce ad inquinamento di allevamenti (e sembra che così non sia!); – se sono stati trovati nitrati o solfati si ci riconduce a colture intensive (e sembra che così non sia!); – se sono stati trovati elementi radioattivi e di decadimento ci si riconduce alla centrale nucleare del Garigliano (e sembra che così non sia!); – se sono stati trovati “coli fecali” ci si riconduce a sversamento fognario e così sembra essere!

Responsabile del depuratore è Acqualatina, le responsabilità sono sue! Forse spesso dimentichiamo che questa è scienza e si procede con dati veri, veritieri e rilevati, quindi abbiate il coraggio di pubblicare le analisi (ad oggi dovrebbero essere quelle dell’Arpa Lazio e quelle di Goletta Verde) e non ve ne venite con “chiacchiere da bar”, affinché tutto finisca in polemica e poi nel dimenticatoio. Per una volta si faccia una operazione chiara e trasparente! Un ulteriore appello va all’amministrazione affinchè non lasci che il rimpiattino di responsabilità con Acqualatina metta in secondo piano l’impellenza di porre rimedio all’inquinamento dilagante di un’area preziosa qual è quella del nostro Golfo, nella fattispecie il litorale di Gianola. Ascoltare e provvedere alle esigenze del territorio e di chi vi abita dovrebbe essere una priorità assoluta, sempre!”.