ITRI, INVESTIGATORI IN CERCA DELLA PISTOLA CHE HA UCCISO L’ENOLOGO

omicidio2Ancora ricerche. Ad una settimana dall’omicidio le indagini vanno avanti serrate e così gli interrogatori e i vertici. Incontri per fare il punto sull’attività investigativa diretta a sbrogliare l’intrigata matassa sulla morte dell’enologo romano, il 57enne Ulrico Cappia, trovato quasi completamente carbonizzato nella serata di mercoledì, 4 settembre, all’interno dell’area di proprietà della ditta per la quale lavorava, la Monti Cecubi.

Le audizioni non si fermano. Gli investigatori, già immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere hanno avviato una lunga serie di interrogatori utili a ricostruire i fatti che si sono verficati la sera della morte dell’enologo.


Ulrico Cappia
Ulrico Cappia

Una prima dipendente nell’andare via avrebbe trovato chiusa la sbarra, quella dalla quale si accede alla ditta di produzione vini. Nonostante il fatto fosse insolito la donna non si sarebbe soffermata, avrebbe provveduto ad alzarla e sarebbe uscita lasciandola aperta. A seguire stessa sequenza di fatti si sarebbe verificata quando un’altra dipendente dell’azienda ha lasciato il posto di lavoro e così l’ultima che si trovava negli uffici della ditta, poco distanti dal luogo del ritrovamento del cadavere del 57enne, il quale pare stesse ancora lavorando quando è rimasto vittima dell’agguato. Anche quando il proprietario dell’azienda è tornato quella sera ha ‘stranamente’ trovato la sbarra chiusa. Un fatto tanto strano quando insolito. E’ stato poco dopo che il titolare della società ha fatto ritorno che si è sentita nitida l’esplosione di colpi di arma da fuoco e poi è stata vista una fiammata. Ed è stato dato l’allarme ai vigili del fuoco che hanno fatto la macabra scoperta”

Tutti fatti che i colleghi del Cappia hanno raccontato agli investigatori nella nottata tra mercoledì e giovedì. Le audizioni dei lavoratori dell’impresa di Itri, infatti, immediatamente dopo il rinvenimento del corpo sono andate avanti fino alle 6 del mattino. E pare proprio stiano andando ancora avanti.

Allo stato attuale delle indagini, dopo l’accertamento medico-legale che è l’unico esame disposto dalla Procura e l’arrivo dei Ris i quali oltre ad effettuare il sopralluogo nella zona di Porcignano ad Itri stanno svolgendo indagini sulla 500 del 57enne romano, si attende ancora l’esito degli “stub” e si cerca anche la pistola che ha esploso i quattro colpi, uno dei quali ha attinto l’enologo alla testa, una probabile calibro 7,65.

Ma nonostante le tante idee scaturite dalla settimana appena trascorsa, ancora non ci sono state svolte decisive nelle attività investigative. Mentre ad Itri si respira ancora l’aria pesante della tragedia che si è consumata in campagne non avvezze a così efferati fatti di sangue.

E ancora oggi coloro che hanno lavorato gomito a gomito con l’enologo, per ben cinque anni, stentano a rientrare nella routine. Nonostante il periodo di vendemmia che rende le attività più frenetiche, non solo l’assurda fine del 57enne, ma anche la materiale assenza di un enologo, rendono l’impegno dell’azienda assai complesso.