RIFIUTI A TERRACINA, WWF: “IN VIA MORELLE NON C’E’ ALTERNATIVA A UN IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI QUALITA’ “

La stampa ha pubblicato in questi giorni il comunicato di un consigliere provinciale terracinese in cui fa conoscere all’opinione pubblica il suo interessamento per una serie di finanziamenti pubblici destinati all’impianto di via Morelle.

Questa la lista:


245 mila € per l’impermeabilizzazione del terreno, la recinzione, la sistemazione dei locali per i dipendenti e i lavori per le acque di recupero. 330 mila € per il trattamento (con metodo non specificato) della parte secca. Un milione per la sperimentazione (sperimentare una tecnologia pluridecennale che ha prodotto solo compost grigio!?) del cilindro DANO che consentirebbe la produzione di Cdr e un ulteriore vaglio del residuo secco di qualità.

Siamo d’accordo sulla sistemazione dell’area e anche sull’inserimento di un eventuale impianto nel Piano regionale dei rifiuti, non capiamo però il silenzio del consigliere sul 65% di rd che dovremmo raggiungere prima possibile (la Servizi Industriali ha vinto l’appalto anche perché ha proposto il 70% al secondo anno!). Il miglioramento della raccolta differenziata si effettua nei centri di riciclo dove vengono conferiti i materiali raccolti separatamente e non in un impianto dove tutt’al più si farà della frazione organica stabilizzata (FOS) e del combustibile per gli inceneritori (CDR). Entrambi questi trattamenti non differenziano, anzi producono materiale per gli inceneritori, e fin quando ci sarà combustibile per gli inceneritori il rischio per il territorio sarà sempre molto alto, senza contare che il non raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata dovuta dà luogo a sanzioni elevatissime da parte dell’Europa che non pagherà il politico di turno che tira fuori, ad effetto, il coniglio dal cilindro ma tutti i cittadini.

Il consigliere si impegnasse a far arrivare soldi per iniziative nel solo interesse della città in termini di ambiente pulito, aria e acqua salubri e risparmio economico; attivi iniziative sulla riduzione della produzione dei rifiuti, sul riuso tramite isole ecologiche in cui si preveda lo scambio degli oggetti dopo l’uso, sulla raccolta differenziata come stabiliscono le norme. Alla fine di questo processo si accorgerà che il trattamento meccanico-biologico diventerà un pretrattamento prima del conferimento in discarica di una piccola frazione del totale dei rifiuti.

In sintesi, i materiali secchi (carta, cartone, plastica, vetro, metalli) andranno in una piattaforma CONAI per il riciclo, l’organico in un impianto di compostaggio e il residuo al pretrattamento. Tutto questo non è frutto di nostre fantasie ma il rispetto delle leggi. Se tutta la provincia arrivasse non al 65% come vuole la legge ma anche a meno del 50% l’impianto di pretrattamento del residuo sito a Latina basterebbe a soddisfare le esigenze di tutti i comuni. Allora, in via delle Morelle non c’è alternativa ad un impianto di compostaggio di qualità. I cittadini devono sapere che aldilà di quanti soldi possono essere erogati al comune di Terracina dalla Provincia o dalla Regione, è importante chiedere un tipo di impianto che, in perfetta conformità con la legge, assicuri la salvaguardia dell’ambiente e della salute degli stessi cittadini. E’ ora che non si perda più tempo a formulare ipotesi senza inserirle in un contesto di legalità. Così, a Terracina che si aspetta ad avviare la preparazione dei cittadini verso il nuovo sistema di gestione dei rifiuti previsto dal capitolato d’appalto? La Corte dei Conti della Liguria ha condannato l’amministrazione di un comune per danni erariali derivanti dagli scarsi livelli di raccolta differenziata e nel Lazio cittadini di Albano hanno denunciato i propri amministratori alla Corte dei Conti della nostra regione per i miseri ed inefficienti risultati della raccolta differenziata. Dobbiamo arrivare a tanto?

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