FORMIA, CENTRO TRASFUSIONALE. VIA TECNICO, EMERGENZE A RISCHIO NELLE ORE NOTTURNE. CAPASSO: "STIAMO TROVANDO LA SOLUZIONE''

*L'lingresso del Centro Trasfusionale di Formia*
*L’lingresso del Centro Trasfusionale di Formia*

Centro Trasfusionale di Formia ci risiamo. Come ormai da tre anni, puntuale come il Natale, tornano ad aleggiare nubi scure sulla sopravvivenza della struttura diretta da Giovanna Biondino all’ospedale Dono Svizzero di Formia. Dopo essere saltato, merito della mobilitazione popolare, il decreto 92 dell’ex governatore regionale Polverini e dopo che a giugno era anche entrato in servizio, assegnato temporaneamente, dopo tre anni e grazie all’interesse del dirigente sanitario Marina Capasso, un tecnico per le emergenze sangue nei notturni e festivi e non solo, ora si torna punto e a capo. I sindacati già ne sono informati.

In sostanza, secondo quanto trapela, proprio quel tecnico, figura fondamentale al raggiungimento dell’eccellenza anche degli altri reparti ospedalieri per il suo servizio notturno, presto dovrebbe abbandonare Formia e lasciare il posto a una frigo emoteca. Che di fatto difficilmente può garantire l’alto livello di prestazioni mediche richiesto da un presidio come Formia:  ne sia un esempio il recente caso di una donna in emorragia post parto che ha richiesto tra le 15 e le 20 sacche di sangue. Che l’attività notturna di solo frigo emoteca verosimilemente non avrebbe potuto sostenere.


La causa dell’addio del tecnico arrivato solo a giugno, un avviso pubblico interno della fine di ottobre per un trasferimento al nosocomio di Terracina il cui unico partecipante sarebbe stato proprio il tecnico operante a Formia. La dottoressa Capasso sarebbe già al lavoro per trovare una soluzione all’imprevisto anche se è evidente come il riproporsi annualmente di queste problematiche, così incisive per la sopravvivenza del Centro, di certo non favorisce la serenità, non tanto degli operatori sanitari abituati a proseguire il proprio lavoro in ogni difficoltà, quanto dei donatori e soprattutto pazienti che fanno riferimento al Dono Svizzero.

Perchè la paura, come paventato all’indomani del decreto 92 dell’ex governatore del Lazio, di migrare a Latina o presso i propri domicili, ma pagando di tasca propria, resta sempre viva. Senza contare l’esercito di donatori da tutto il sud pontino, oltre duemila l’anno, che contribuiscono a rendere il Centro Trasfusionale un’eccellenza non solo del Dono Svizzero ma dell’intera provincia. Quanto grave sarebbe perderli appare evidente anche ai non addetti ai lavori.

scritto da: Francesco Furlan

MARINA CAPASSO: “IL FUTURO E L’ATTIVITA’ DEL CENTRO NON SONO IN PERICOLO, CERCHIAMO UNA SOLUZIONE A EVENTUALE PARTENZA DEL TECNICO”

*Marina Capasso*
*Marina Capasso*

Non è in pericolo il futuro e l’attività del centro Trasfusionale dell’ospedale Dono Svizzero di Formia. L’ha tenuto a precisare il direttore sanitario del polo ospedaliero sud dell’Asl, Marina Capasso, confermando la richiesta di mobilità di un tecnico interessato a trasferirsi presso l’ospedale Fiorini di Terracina e lasciare il posto ad una frigo emoteca.

La dottoressa Capasso ha inoltre ribadito l’impossibilità che il centro trasfusionale diretto dalla dottoressa Giovanna Biondino possa essere delocalizzato o subire un ridimensionamento della sua fondamentale attività in quanto serve h 24 l’ospedale Dono Svizzero che resta – ha detto la dottoressa Capasso – sede di Dea di secondo livello.

Il direttore sanitario del presidio sud dell’Asl è già al lavoro per trovare una soluzione all’eventuale partenza di un tecnico per l’ospedale di Terracina e domani (giovedì ndr), ne parlerà  in un incontro già fissato con il direttore generale dell’Asl Renato Sponzilli anche perché consapevole che queste indiscrezioni non favoriscono il lavoro degli addetti sanitari impegnati oltre che l’azione dei donatori e soprattutto pazienti che fanno riferimento al Dono Svizzero.

scritto da Saverio Forte

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