Omicidio di Borgo Hermada, Cerasoli e Bandiziol muti davanti il gip. Restano in carcere

*Marino Cerasoli*
*Marino Cerasoli*

Non hanno detto una parola. Muti. I presunti mandanti dell’omicidio di Vincenzo Del Prete, Marino Cerasoli e Roberto Bandiziol, interrogati dal gip Guido Marcelli, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. E, come prevedibile, il giudice ha convalidato i provvedimenti di fermo e disposto per i due indagati, difesi dagli avvocati Renato Archidiacono, Silvia Siciliano e Domenico Bianchi, la misura della custodia cautelare in carcere. Un silenzio dettato però da una precisa scelta processuale. Al momento le difese non possono accedere agli atti investigativi ed è stato ritenuto più opportuno non far parlare i due indagati. Cerasoli, poi, è particolarmente provato e gli avvocati Archidiacono e Siciliano, per dimostrare l’innocenza del loro assistito, intendono ora svolgere anche indagini difensive.

Alla luce della confessione del 41enne Tommy Maida, di Aprilia, arrestato sempre per l’omicidio Del Prete insieme al 38enne apriliano Gianpiero Miglietta, alle testimonianze raccolte dalla Polizia dai vicini di casa della vittima, da un parente, dalle compagne dei due apriliani, delle intercettazioni telefoniche e ambientali e di alcuni riscontri, dalle celle telefoniche agganciate dai cellulari degli indagati ai contatti tra di loro, fino al coltello che Maida ha riferito aver perso durante un sopralluogo nei pressi dell’abitazione della vittima e recuperato dagli investigatori, il sostituto procuratore Gregorio Capasso si è convinto che a ordinare il delitto di Vincenzo Del Prete, commerciante ittico di Terracina, sia stato Cerasoli, che Bandiziol ha fatto da tramite tra quest’ultimo e gli apriliani e che Maida e Miglietta si sono occupati dell’omicidio, compiuto poi materialmente dal 38enne. Cerasoli, 50enne di San Felice Circeo, consulente impegnato nel settore fotovoltaico, avrebbe avuto un debito con Del Prete che non voleva saldare, debito frutto di una truffa ai danni del commerciante.


*Roberto Bandiziol*
*Roberto Bandiziol*
*Vincenzo Del Prete*
*Vincenzo Del Prete*

Il 50enne, tramite l’indagato Roberto Bandiziol, ex carrozziere di Borgo Faiti, avrebbe quindi incaricato i due apriliani di uccidere il commerciante di Terracina. Maida, a tal proposito, ha anche precisato che inizialmente era stato programmato il sequestro di Del Prete e soltanto dopo l’omicidio, tanto che il loro compenso era aumentato e alla fine si erano accordati per un totale di 20mila euro. I due avrebbero poi incontrato lo stesso Cerasoli, che gli avrebbe detto: “Del Prete deve essere fatto fuori”. La pistola i due l’avrebbero ricevuta da Bandiziol e poi a quest’ultimo riconsegnata. Sei colpi contro la vittima, mentre il 18 novembre faceva ritorno nella sua casa di via Macchia di Piano III, alla periferia di Borgo Hermada, due andati a segno, e poi la fuga. Per recarsi a Terracina, Maida e Miglietta avrebbero utilizzato la Lancia Y della compagna di Maida, convincendo poi la donna a denunciarne falsamente il furto. Visto, però, che nel corso di un sopralluogo i due avevano notato di essere stati seguiti da un uomo a bordo di una Bmw, ritenendo l’utilitaria ormai “bruciata”, su indicazione di Bandiziol l’avrebbero fatta sparire consegnandola a un centro rottami di Pomezia, dove sarebbe stata distrutta. Miglietta, per costruirsi un alibi, la notte del delitto avrebbe inoltre mandato al pronto soccorso di Aprilia un conoscente, vittima di problemi psichici, convincendolo a farsi visitare dicendo però di chiamarsi Gianpiero Miglietta. Le indagini proseguono.

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