Caso Berardi di nuovo in parlamento, interrogazione di Ermete Realacci

*Roberto Berardi*
*Roberto Berardi*

Il caso dell’imprenditore di Latina, Roberto Berardi, da tempo prigioniero in Guinea Equatoriale, senza alcuna certezza sul suo destino, torna a occupare il dibattito parlamentare. L’onorevole Ermete Realacci ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro degli esteri, chiedendo loro di intervenire, “attivando la rappresentanza diplomatica italiana in Camerun e, per il tramite dell’istituto della protezione diplomatica, le altre ambasciate europee presenti nella Guinea Equatoriale, affinché a Roberto Berardi possa essere data effettiva assistenza diplomatica, legale e sanitaria”.

*In condizioni da Terzo mondo*
*In condizioni da Terzo mondo*

Nell’atto depositato, l’esponente del Pd ha ricordato che, “secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International, in Guinea le libertà di espressione e di stampa sono limitate, gli attivisti politici e le persone critiche nei confronti del Governo subiscono vessazioni, arresti arbitrari e detenzioni” e che “la Francia ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Teodoro Nguema Obiang Mangue, detto Teodorin e figlio del presidente, per appropriazione indebita di fondi pubblici e riciclaggio di denaro”, per cui “negli Stati Uniti è in corso un processo contro di lui”.


*I segni delle frustate*
*I segni delle frustate*

E proprio gli affari fatti insieme a Teodorin avrebbero fatto finire Berardi nei guai, accusato e condannato per frode fiscale, nonostante lui giuri sulla sua innocenza. “Berardi – ha sottolineato Realacci – è stato oggetto di una sola visita consolare in data 14 dicembre 2013 da parte del segretario di ambasciata d’Italia in Camerun, competente anche per la Guinea equatoriale. Tale visita sarebbe avvenuta alla presenza di numerose autorità guineane e pertanto non sarebbe stato possibile un colloquio riservato fra il diplomatico e il detenuto italiano”. E ancora: “Come riferito dallo stesso Berardi nel corso di una telefonata, la cella di isolamento in cui egli è rinchiuso è di circa 2 metri e mezzo per 3, con una temperatura di oltre 40 gradi; la porta viene aperta solo una volta al giorno quando viene consegnato al detenuto un secchio di acqua. Una sola volta al giorno viene fornito del cibo assolutamente scadente e insufficiente, ma per più volte egli è stato lasciato senza alcun pasto.

La conseguenza è che il detenuto è dimagrito circa 15 chili. Non è messo in condizione di curarsi dagli attacchi di malaria, di cui soffre, così come dagli attacchi di dissenteria. Il 31 gennaio è stato percosso e frustato ed è riuscito a inviare le fotografie della sua schiena segnata scattate con quel cellulare clandestino. È riuscito inoltre ad inviare un video girato lunedì 3 febbraio in cui racconta delle violenze subite”.

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