Formia contro l’autorità portuale. Il sindaco:”Il pontile petroli lontano dalla costa”. Balletta:”Rischi per i cittadini responsabilità di Mitrano”

*Sandro Bartolomeo*
*Sandro Bartolomeo*

Non deve essere servito a molto l’incontro tra i sindaci di Formia e Gaeta, con la partecipazione del presidente dell’autorità portuale Pasqualino Monti e quello della Camera di Commercio Vincenzo Zottola, avvenuto l’11 febbraio scorso, vista la replica piuttosto infastidita del sindaco Sandro Bartolomeo nei confronti di Monti dopo le nuove rivelazioni sulla delocalizzazione del pontile proprio a Formia.

Specie da quando lo stesso Bartolomeo, un’analoga missiva a Monti, l’aveva già inviata nei giorni scorsi per arginare il dilagante potere che Mitrano e lo stesso Monti stavano per riconoscersi nelle strategie portuali dell’intero comprensorio. Pianificando la delocalizzazione del pontile senza informare il Comune di Formia. Ma neanche il Consiglio comunale di Gaeta, o altri enti comprensoriali. Un fatto al quale fece subito seguito la formale richiesta di annessione all’autorità portuale da parte dimBartolomeo per il Comune di Formia. Un fatto questo, tuttavia, che secondo lo stesso primo cittadino formiano procede slegato dalla vicenda pontile.


"Il presidente dell'autorità portuale Pasqualino Monti"
“Il presidente dell’autorità portuale Pasqualino Monti”

“Gentile Presidente – scrive Bartolomeo – apprendo ancora una volta a mezzo stampa che nella riunione del comitato portuale si discuterà dello spostamento del pontile petroli e del nuovo piano regolatore portuale. Fermo restando le posizioni a lei ben note dell’amministrazione comunale di Formia, favorevole alla realizzazione di opere che siano rispettose della condizione del vicino litorale di Vindicio, sono francamente allarmato dello schema grafico apparso sulla stampa locale. Ribadisco la nostra netta contrarietà alla realizzazione di tale spostamento, tanto più che insieme al Sindaco di Gaeta dovremmo incontrare l’Eni con l’obiettivo di concordare altre modalità per la delocalizzazione, pur necessaria, dell’attuale pontile.

Si tratta cioè di valutare l’opportunità, come avviene in altre parti del mondo, di delocalizzare il pontile off-shore, impedendo in questo modo al traffico petrolifero di avvicinarsi troppo alla costa. La vicenda del pontile petroli e del piano regolatore portuale prescinde inoltre dalla richiesta del Comune di Formia di entrare a far parte dell’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino- Gaeta. Le due cose si muoveranno su piani diversi, anche perché, così come definito nell’incontro tenutosi lo scorso 11 febbraio presso il Comune di Formia, i tempi per l’adesione all’Autorità Portuale non dovrebbero essere così brevi.

"Vindicio"
“Vindicio”

Le chiedo inoltre di essere messo a conoscenza, momento per momento, delle iniziative progettuali che si assumeranno a seguito della vostra riunione affinché io possa valutare, davanti alla città e alle Istituzioni sovracomunali, se quanto si pensa di fare sia compatibile con lo sviluppo e la salvaguardia di tutte le attività che si svolgono sulla costa (ivi comprese quelle balneari che a Formia insistono all’interno del Golfo mentre a Gaeta sono tutte delocalizzate oltre Punta Stendardo). Ciò apre per necessità l’esigenza di valutazioni diverse ma ovviamente le reciproche convenienze debbono essere tali e non, come si può dedurre dalle ipotesi progettuali, solo un ulteriore danno alla riviera di ponente della mia città”. Insomma la posizione di Bartolomeo è chiara: il pontile va posizionato off-shore, cioè lontano dalla costa.

Analoga richiesta è stata poi rilanciata con un’altra nota stampa, arrivata dall’ex vicesindaco di Gaeta, Giovanbattista Balletta che, va detto, nei confronti dello stesso Mitrano non nutre evidentemente più rapporti di vicinanza politica in virtù della sua cacciata in seguito allo scontro sul Pua. Anche per Balletta, la delocalizzazione off-shore è la soluzione che se non adottata, può lasciare a spazio a “rischi per i cittadini che saranno responsabilità del sindaco Mitrano.

*Giovanbattista Balletta*
*Giovanbattista Balletta*

Una guerra lampo – prosegue Balletta – contro la città di Gaeta e il suo Golfo: questa è l’azione portata avanti dal sindaco Mitrano e dal presidente Pasqualino Monti dell’Autorità’ Portuale di Civitavecchia/Fiumicino/Gaeta in merito alla delocalizzazione del pontile petroli Eni nel porto commerciale. Questa scellerata iniziativa sta aprendo un terribile voragine con il nostro territorio; una voragine che non potrà mai più essere colmata. Si potrebbe anche ironizzare sull’incoerenza di Mitrano che la mattina dice una cosa e nella tarda mattinata ne dice un’altra ma ancora una volta sta dimostrando tutta la sua più assoluta incapacità nel disegnare la città del futuro mettendo, come in questo casi, a rischio la vita di tanta gente.

*Il sindaco Cosmo Mitrano*
*Il sindaco Cosmo Mitrano*

Spesso il sindaco Mitrano afferma che cambierà il volto della città, se questo e il modo in cui pensa di farlo e’ meglio che si faccia da parte. Trovo irresponsabile non valutare una delocalizzazione in mare aperto del pontile petroli nonostante questa sia la soluzione che tutti i porti stanno applicando. L ‘Autorità’ Portuale di Napoli delocalizzerà in mare aperto con fondi comunitari mentre a Genova saranno utilizzati fondi privati e non pubblici come invece si vuole fare a Gaeta. Siamo sicuri che questo sperpero di fondi pubblici sia condiviso alla fine dalla Corte dei Conti? Sicuramente i due non hanno ben chiaro quelli che sono gli aspetti negativi di un pontile “lungo costa” e gli enormi vantaggi di una “boa” in mare aperto da utilizzare per lo scarico dei prodotti petroliferi.

Con uno scalo lungo costa non vengono affatto eliminati i rischi ambientali e di sicurezza previste dalle rigorosissime norme internazionali; le città di Gaeta e Formia sono troppo prossime al pontile Eni che in caso d’incendio o esplosione sarebbero inevitabilmente coinvolte da colonne di fumo e dall’onda di calore mentre la marea oleosa si riverserebbe rapidamente lungo tutta la costa del Golfo di Gaeta. La delocalizzazione nel porto commerciale e’ oltremodo un’opera costosissima in cui dovranno essere costruiti moli e diga foranea che andrebbero inevitabilmente a modificare le correnti del Golfo con conseguenze negative sulle attività turistico-produttive che la stessa qualità dell’acqua.

"Porto di Civitavecchia"
“Porto di Civitavecchia”

Ma se per togliere una bitta nel porto di Gaeta l’Autorità Portuale ha impiegato 10 anni mentre per gli attuali lavori non si vede mai la fine con anni e anni di ritardo, in quanto tempo saranno realizzata le nefaste infrastrutture petrolifere nel porto commerciale? Attenzione, non vorrei che tutto questo rappresenti la sola fortuna di qualche studio di progettazione che ci costerebbe milioni e milioni di euro.

Una domanda sorge spontanea:ma se la soluzione lungo costa e’ cosi vantaggiosa perché il presidente dell’Autorità Portuale non fa votare in comitato portuale la delocalizzazione del pontile petroli presente in mare aperto a Civitavecchia verso il porto della città ? Non lo fa perché la città non solo non lo condividerebbe mai e poi mai ma anche perché nel porto di Civitavecchia devono ormeggiare navi da crociera, traghetti, frutta e traffici puliti; il petrolio in rada mai in porto, così come prevede sia il buon senso che la regolamentazione internazionale a tutela della sicurezza e dell’ambiente. A Gaeta altro che traffici puliti avremo solamente un porto completamente depotenziato a favore dell’Eni con un pericolo in più che potrebbe, in caso di incidenti, coinvolgere anche altre navi ormeggiate in porto scatenando un effetto domino.

*Regione Lazio*
*Regione Lazio*

Sia la regione Lazio che l’ente portuale per lo scarico del prodotto petrolifero in raffineria incassano milioni e milioni di euro in tasse e accise, come dire, ci guadagnano tutti eccetto i gaetani che ancora oggi hanno i tubi di petrolio sotto il letto di casa. Per la scelta del pontile in mare aperto ci sono tantissime valide
motivazioni su cui gli enti non potranno tenere gli occhi chiusi. Infatti optando per un simile scenario le conseguenze di un sinistro non si trasferirebbero direttamente sulla popolazione; inoltre una più veloce e controllata gestione delle operazioni di spegnimento che non sarebbero ostacolate dalla presenza di realtà produttive e abitazioni presenti lungo la costa. Infine un miglior controllo nelle operazioni di scarico con una più tempestiva ed efficacia gestioni delle chiazze oleose, tutto sarebbe facilmente perimetrabile e circoscrivibile”.

 

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