Vicenda Pozzi Ginori a Gaeta, i grillini interrogano il Parlamento

pozzi-ginoriIl caso della Pozzi Ginori di Gaeta approda in Parlamento. Davanti alle sempre maggiori difficoltà dell’azienda del gruppo Sanitec e al crescente rischio dei lavoratori dello stabilimento dove si producono ceramiche e sanitari per il bagno di restare senza lavoro, il deputato pontino Cristian Iannuzzi ha presentato un’interrogazione parlamentare. L’onorevole pentastellato, insieme a due colleghi, ha chiesto ai ministri dello sviluppo economico, Federica Guidi, e del lavoro, Giuliano Poletti, cosa intendano fare per tutelare i dipendenti della storica ditta, nata nella città del Golfo nel 1735, dal rischio di restare senza lavoro e senza possibilità di reinserimento nel circuito produttivo, considerando “l’attuale trend negativo del mercato”. Per i tre parlamentari del Movimento 5 Stelle il piano industriale della Pozzi Ginori non è volto al rilancio dell’azienda, ma a un ridimensionamento.

“Già dal 2005 – hanno evidenziato i tre deputati nell’interrogazione – si è intrapresa una situazione di precarietà per gli operai della Pozzi Ginori, a causa della riduzione dell’organico che, da un totale di 400 unità effettive a pieno regime, si è ridotto con l’inizio della cassa integrazione a 200 unità, senza la dovuta rotazione di circa 150 operai, ed un rapporto tra operaie azienda che è andato sempre più deteriorandosi nel tempo”. E ancora: “E’ forte la preoccupazione per i cittadini di Gaeta per il diffuso sentore che l’azienda voglia trasferire la propria produzione in paesi esteri dato il costo inferiore della produzione”.


I pentastellati infine hanno illustrato il piano proposto all’azienda dagli operai, per abbattere i costi di produzione e tornare a una situazione di normalità: accordo con il comune di Gaeta e l’autorità portuale per avere in concessione una frazione demaniale all’interno del porto commerciale, sia per lo scarico delle materie prime sia soprattutto per lo sdoganamento, investimento in pannelli fotovoltaici per il risparmio e la vendita di energia elettrica, e realizzazione della tecnologia del software “Punto a Punto”, che permetterebbe su un budget di 370.000 pezzi un notevole risparmio di 400.000 euro l’anno.

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