Lenola, la minoranza attacca ancora la Giunta: “Spese pazze e misteri nello smaltimento dei rifiuti”

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*18mila euro per 25 tonnellate*

Dopo aver bollato come “una risposta che rasenta il ridicolo” la versione del sindaco Andrea Antogiovanni in merito alla querelle sulla tramezzatura fantasma nell’ex proprietà Rosato, dal ‘Movimento civico’ di Lenola continuano ad arrivare bordate verso la maggioranza.

Sotto accusa, questa volta, il recupero e lo smaltimento di 25 tonnellate di rifiuti abbandonati, finanziato con 18mila euro destinati al Comune di Lenola dalla Provincia, nell’ambito di un protocollo d’intesa concordato con il precedente sindaco Gian Battista de Filippis.


Una procedura portata avanti “in modo allegro”, attaccano dalla minoranza. “Ecco perché non vorrebbero farci vedere gli atti, hanno sempre paura che scopriamo qualcosa di imbarazzante, che hanno tenuto nascosto anche a qualche altro amministratore”. Per il Movimento, che di recente ha visionato la documentazione inerente il progetto, l’intervento “è costato più del doppio di quanto si spende normalmente per smaltire i rifiuti indifferenziati. Nessun Comune arriva a spendere certe cifre”.

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*Un progetto finanziato dalla Provincia*

Eppure, non sono i costi, o almeno non solo, al centro della questione. A destare i maggiori dubbi nel sodalizio d’opposizione ci sono più punti delle modalità di espletamento. “Dal carteggio non si capisce che fine abbiano fatto i rifiuti raccolti”, affermano. “Infatti risultano raccolti e trasportati solo rifiuti rientranti nel cosiddetto codice Cer che riguarda gli imballaggi compositi. Però nelle foto allegate al progetto sono ben visibili materiali di altro genere: demolizioni edilizie, pneumatici, molti sacchi di bottiglie di vetro, legno, plastica, divani e materassi, ingombranti vari. Che fine hanno fatto?”.

*Pasqualino Guglietta*
*Pasqualino Guglietta*

Un interrogativo a cui si aggiunge una certezza: “L’affidamento dei lavori è avvenuto ‘al buio’, senza un minimo di quantificazione e programmazione degli interventi. L’atto con cui sono stati affidati i lavori prevedeva il pagamento delle somme dovute alla ditta dopo aver acquisito un verbale di intervento da parte di un dipendente incaricato. Lo stesso avrebbe dovuto attestare l’effettiva esecuzione delle operazioni con il dettaglio degli interventi. Alla fine, i lavori sono stati liquidati ma di questa attestazione fondamentale, prima della liquidazione, non c’è traccia. Ciò significa che nessuno ha controllato niente”.

Sul banco degli imputati, finisce anche il vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici e rifiuti Pasqualino Guglietta: “Il progetto prevedeva la raccolta e il trasporto verso l’isola ecologica comunale dei rifiuti abbandonati per poterli differenziare il più possibile e, successivamente, avviarli a recupero e smaltimento. Al riguardo doveva esserci quel fenomeno dell’eterno vice a mettere in campo tutta la sua ‘competenza’ nel programmare la spesa in maniera giusta. Difatti a lui il sindaco ha trasmesso la lettera-offerta inviata al Comune dalla ditta. Non l’ha trasmessa ad un funzionario, bensì al vicesindaco”.