Lenola, carabinieri in Comune. Nel mirino la nomina del responsabile della Municipale

*Acque agitate, in Comune*
*Il Municipio di Lenola*

Una vicenda che, quantomeno a livello politico, a Lenola promette di scatenare un polverone: i carabinieri della Stazione locale coordinati dal maresciallo Biagio Di Iorio hanno fatto ‘visita’ al Comune. Nelle giornate di mercoledì e giovedì, hanno proceduto all’acquisizione di diversi carteggi inerenti la recente designazione della nuova figura ai vertici della Municipale, la dottoressa Gianna Elena De Filippis.

Gli uomini dell’Arma si sono mossi, con accertamenti ancora alla fase embrionale, dopo un recente esposto che mette in dubbio la liceità procedurale dell’assegnazione dell’incarico alla De Filippis, fiduciario ed a tempo parziale per sei mesi, con possibilità di proroga fino alla scadenza del mandato del sindaco Andrea Antogiovanni.


*Le indagini dei carabinieri di Lenola vanno avanti*
*Accertamenti degli uomini di Di Iorio dopo un esposto*

In Comune, seppure a livello puramente esplorativo, i carabinieri sarebbero peraltro andati anche prima dell’esposto che ha dato il ‘la’ agli accertamenti ufficiali, a non molta distanza dall’insediamento dell’attuale responsabile della polizia locale.

Comunque sia, sostanzialmente, secondo l’esposto la De Filippis – figlia del più noto Orlando, ex volto di primo piano della precedente amministrazione – non potrebbe svolgere alcune delle mansioni che in effetti sarebbe portata ad assolvere sotto l’egida della Giunta Antogiovanni: non essendo ufficiale di polizia giudiziaria, in qualità di responsabile del servizio avrebbe dovuto limitarsi a compiti amministrativi, come possono essere quelli inerenti il settore commercio o artigianato, senza appunto contemplare compiti di natura giudiziaria.

*Andrea Antogiovanni*
*Andrea Antogiovanni*

PARLA IL SINDACO – Interpellato telefonicamente sugli accertamenti dei carabinieri sulla vicenda, Antogiovanni si dimostra tranquillo, sicuro del fatto suo. Non lo sfiora alcun dubbio: “Io sono convinto della regolarità di questa procedura di nomina, che prima ho studiato. Sono assolutamente indifferente rispetto all’accaduto”. Riguardo l’esposto: “Non so se c’è stato”, dice il primo cittadino. “Ma non mi stupirei, visto il clima che si è creato in paese. Stanno arrivando esposti, rigorosamente anonimi, su varie situazioni”.

L’AVVISO PUBBLICO – Ma com’è nato l’affidamento sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri? La nomina della dottoressa De Filippis ad ‘Istruttore direttivo- Responsabile della polizia locale’, che l’ha portata di fatto a prendere il posto lasciato vacante dal lontano febbraio 2012 dall’allora comandante Giampaolo Lauretti, risale giusto a qualche settimana fa. Esaminati i curricula giunti dopo un avviso pubblico dello scorso 26 novembre, ed espletati a gennaio i colloqui orali, tra i sei candidati finali è infatti risultata quella maggiormente idonea, in quanto figura professionale “in possesso di tutti i requisiti ed i presupposti”, recita la prima delibera di Giunta in merito al conferimento dell’incarico, del 30 gennaio.

EFFETTO RALENTI – ‘Prima’, perché a questa ne seguiranno a stretto giro di posta altre due. L’atto viene infatti revocato il successivo 14 marzo, con la motivazione di un errore tecnico rispetto alle disposizioni del regolamento comunale che regola le assunzioni, e dunque per “meri motivi d’opportunità”: non era compito della Giunta, che tale atto aveva sottoscritto, deliberare in merito; il compito sarebbe spettato al sindaco, che tra l’altro fino a quel momento deteneva la delega. Cosicché, nella medesima seduta, ecco la terza e conclusiva deliberazione, con una nomina effettuata direttamente dal primo cittadino e quindi formalmente avallata dalla Giunta dopo la visione della relazione sui risultati emersi, senza possibilità di votazione. Insomma, un conferimento con un iter ‘aggiustato’ a livello formale in corso d’opera, ma che non ha comunque impedito alla De Filippis di insediarsi.

Peccato per i dubbi, la cui fondatezza resta ancora tutta da appurare, adesso oggetto degli accertamenti delle forze dell’ordine. Dubbi che, lo si è capito, non riguardano certo le qualità professionali della dottoressa, piuttosto l’effettiva correttezza dell’iter amministrativo che l’ha portata a svolgere alcune funzioni, quelle proprie dell’ufficiale di polizia giudiziaria, pur non avendo effettuato corso e successivo concorso pubblico.