Associazione a delinquere a Formia, Rifondazione comunista scrive a Prefetto e Ministro: “Subito una commissione di accesso agli atti”

*Gennaro Varriale, segretario del circolo Prc Enzo Simeone di Formia*
*Gennaro Varriale, segretario del circolo Prc Enzo Simeone di Formia*

Il segretario del circolo “Enzo Simeone” del partito di rifondazione comunista di Formia Gennaro Varriale ha presentato un esposto al prefetto di Latina Antonio D’Acunto, al Ministro degli Interni Angelino Alfano ed alle direzioni distrettuali antimafia di Roma e Napoli, per ottenere la costituzione di una commissione di accesso a tutti gli atti amministrativi del Comune di Formia.

Richiesta che emerge a seguito dell’apertura di una indagine per associazione a delinquere, da parte della Procura di Latina, che vede coinvolti, per ora, almento venti tra politici, dirigenti e imprenditori, quando le prospettive di coinvolgimento potrebbero riguardare fino a cinquanta soggetti.


Perciò la commissione di accesso, ipotesi sostenuta anche dagli attivisti dell’associazione Caponnetto che inoltre auspicano l’immediata sospensione della vita amministrativa anche per il consolidato coinvolgimento di esponenti della camorra all’interno delle istituzioni e quindi nella struttura stessa del Comune di Formia.

logo caponnetto“Crediamo si tratti di un atto necessario e doveroso – affermano dall’associazione in merito alla richiesta di intervento di una commissione di accesso – dopo le varie ed allarmanti notizie diffuse dalla stampa in ordine alla massiccia presenza mafiosa a Formia ed anche dopo le pesanti dichiarazioni pubbliche fatte dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone e l’ombra della eventuale presenza nell’ambito delle amministrazioni comunali o, comunque, del mondo della politica di quella città, di qualche soggetto probabilmente vicino a famiglie in odor di camorra.

Una probabilità, quest’ultima, che i vari Prefetti di Latina che si sono succeduti negli anni avrebbero dovuto verificare già dopo la famosa inchiesta ‘Formia Connection’ promossa dal commissariato della polizia di Stato di Formia – allora diretto da un ottimo dirigente, il Dr.Nicolino Pepe, oggi alla Dia centrale – che intercettò alcune telefonate fra un esponente politico ed un appartenente ad una famiglia camorristica.

In alcune di quelle telefonate il primo chiedeva voti elettorali al secondo e ciò avrebbe dovuto indurre sia la Prefettura che l’autorità giudiziaria di Latina ad avviare un’attività investigativa di approfondimento che, invece, non c’é stata. Purtroppo. E ciò é stato veramente grave ed imperdonabile in quanto già da allora, con un intervento forte da parte dello Stato, si sarebbe potuto quanto meno frenare il processo di penetrazione mafiosa nei tessuti economico, politico e, probabilmente, anche istituzionale, di tutto il sudpontino.

*Carmine Schiavone*
*Carmine Schiavone*

L’eccezionale importanza dell’atto della Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Formia va colta ed interpretata come una richiesta di verifica sulla trasparenza di decenni di vita pubblica non solo formiana ma di tutto un territorio considerato dalla camorra quale appartenente alla “provincia di Casale”. Un territorio infestato dai clan grazie anche, se non soprattutto, alla sconsiderata disattenzione da parte dello Stato e della politica che, malgrado i ripetuti allarmi lanciati da Commissioni parlamentari antimafia e direzioni Nazionale e distrettuali antimafia, non sono mai intervenuti con azioni e comportamenti efficaci per sradicare il fenomeno mafioso nel basso Lazio.

*Il ministro degli Interni Angelino Alfano*
*Il ministro degli Interni Angelino Alfano*

Va detto anche che, se non ci fosse stato oggi l’intervento lodevole del PRC, forse anche l’attuale e deciso intervento della Magistratura sarebbe passato in sordina e non avrebbe suscitato quell’eco che potrebbe portare a quella bonifica della politica locale e centrale che noi dell’associazione Caponnetto andiamo sollecitando da decenni. Auspichiamo che qualche altra formazione politica, colta l’importanza dell’atto del PRC, voglia far seguito con un suo sostegno nei confronti del Ministro degli Interni in quanto non é assolutamente pensabile addossare tutto il peso investigativo sulle sole spalle della Magistratura inquirente e delle forze dell’ordine.
Da sole esse non potranno mai farcela a risanare un ambiente che potrebbe risultare fortemente compromesso, stante anche la limitatezza del loro compito che consente solo l’accertamento della correttezza o meno di fatti già compiuti e non di quelli che debbono ancora essere compiuti.

La politica ha grosse responsabilità, quanto meno oggettive, per la situazione criminale esistente in provincia di Latina ed é, pertanto, assolutamente necessario ed urgente che essa si appropri, dopo decenni di disattenzione e di opacità, del suo ruolo di rappresentante degli interessi collettivi e del bene comune. Ringraziamo, pertanto, il PRC ed il suo segretario Gennaro Varriale per la sensibilità ancora una volta dimostrata con l’assunzione di un atto la cui importanza va al di là di una lettura ordinaria”.