Lenola, un tramezzo… per l’Europa. E la polemica alle spalle di Cusani

*Armando Cusani*
*Armando Cusani*

Uno è affaccendato nel pieno della campagna elettorale, pronto a portare in Europa gli interessi delle terre pontine, ed ecco spuntargli alle spalle una bella polemica, catapultandolo a sua (molto probabile) insaputa al centro di un’accesa diatriba politica tutta in salsa locale. Peccato che, direttamente, l’interessato non c’entri nulla. E sia finito nel calderone in maniera per così dire ‘accidentale’.

Succede all’aspirante europarlamentare Armando Cusani, il prossimo 18 di scena a Lenola per l’inaugurazione del club Forza Silvio di via Lago e per un comizio elettorale al cinema Lilla, accompagnato dal vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani, dal senatore Claudio Fazzone ed il consigliere Giuseppe Simeone.


Una vetrina che si prospetta colma di sostenitori, ma immediatamente preceduta da aspre polemiche attorno la figura del candidato, utilizzata a mo’ di trampolino di lancio per stilettate tra le varie fazioni.

*Lo stabile dell'occupazione fantasma*
*Lo stabile dell’occupazione fantasma*

A tirarlo in ballo, additandolo come ‘cattivo esempio’ per la doppia condanna in primo grado, il Partito democratico, in risposta alle ripetute richieste di dimissioni dell’assessore Paola Izzi avanzate dalla minoranza (di centrodestra) in merito alle dispute su quello che è ormai stato ribattezzato il ‘tramezzo fantasma’.

D’un tratto, a Lenola, la presunta occupazione abusiva di qualche metro quadrato di uno stabile comunale è diventata argomento direttamente correlato ai guai giudiziari del presidente sospeso della Provincia, e nientepopodimeno a quelli dell’ex premier Berlusconi. Magie della politica. Che, tanto per cambiare, a quelle latitudini è in agitazione. Ormai, è guerra giornaliera.

Per il circolo Pd locale, quella parte della minoranza sostenitrice del partito dei “condannati” nel chiedere le dimissioni di “una degna persona” come la Izzi avrebbe commesso una sorta abominio. Apriti cielo: le reazioni degli altri non si sono fatte attendere. Ovviamente al vetriolo.

*Il sindaco Andrea Antogiovanni*
*Il sindaco Andrea Antogiovanni*

‘BERLUSCONI DI PAESE’ – Infatti, tanto il ‘Movimento Civico’ che il duo ‘Lista per Lenola’ – Forza Italia hanno ‘ricordato’ che da quelle parti chi ha una condanna, in primo grado, è proprio il sindaco Andrea Antogiovanni, espressione democrat. “L’unica persona con la quale, nel nostro piccolo, si possa fare un paragone con Berlusconi”, dicono i primi. Che subito dopo alzano il tiro: “L’attuale sindaco ha un conflitto di interessi notevole. Non ci vengano a raccontare che non figura come responsabile di nessun organismo privato, perché è la stessa tesi che ha sempre portato avanti Silvio Berlusconi: una tesi sempre contestata dalla sinistra”. Ed ancora: “E’ l’incoerenza a colpire di più. Continuano a criticare Berlusconi e Cusani quando il centrosinistra di Lenola ha sempre fatto liste con esponenti di Forza Italia o Popolo della Libertà. Nel 2009 cacciarono dal gruppo di minoranza l’attuale loro vicesindaco Pasqualino Guglietta, reo di essersi candidato con la lista provinciale di Cusani. Prima odio e disprezzo e poi tanto amore. Come mai? E’ solo voglia di potere? Evidentemente la ricerca dei numeri fa fare accordi anche con chi, poco prima, era ‘diavolo’. Già che siamo in tema di correttezza, i ‘giusti’ di sinistra hanno mai domandato al vicesindaco da chi compra i cassonetti?”.

*Dal tramezzo, a Berlusconi e Cusani*
*Dal tramezzo, a Cusani e Berlusconi*

L’ALBERGO, IL TRAMEZZO E LA SEVERINO – Ecco, alla fine l’inconsapevole Cusani da quelle parti è finito ‘di rimbalzo’ pure nella querelle sui cassonetti.

A spalleggiarlo con forza, sulla correlazione che ha scatenato l’ennesima bagarre paesana, la Lista per Lenola ed il circolo forzista locale: “Ha costruito un albergo su un terreno di proprietà e in tale costruzione gli contestano qualcosa non conforme al progetto. Abuso edilizio ma tutto nel privato, sebbene lui fosse sindaco di Sperlonga. Ben diverso è il caso lenolese, che invece riguarda una proprietà pubblica”.

Dopo i distinguo, le puntualizzazioni. Da par loro, sottolineano che non sono “forcaioli”: “Al contrario siamo stati sempre garantisti, tant’è che sia Berlusconi che Cusani sono stati vittima della legge Severino, passata grazie ai voti del Pdl. Ci sembra che entrambi stiano espiando le condanne ed è comprensibile che lo facciano senza sprizzare gioia dai pori della pelle. E’ invece una tesi sempre sostenuta dalla sinistra quella che al primo avviso di garanzia ci si debba dimettere, salvo poi a precisare che ciò non è ammissibile per i militanti Pd, l’eccezione che conferma la regola”.

*L'assessore Paola Izzi*
*L’assessore Paola Izzi*

DIMISSIONI E COCKTAIL – In un gioco di rimandi, dalla legge Severino, Cusani e Berlusconi, si viene quindi di nuovo catapultati con nonchalance alla politica ‘made in Lenola’. Ed ecco il commento sulla richiesta di dimissioni a suo tempo avanzata al sindaco Antogiovanni: “Il nostro consigliere disse che doveva dimettersi per coerenza con quello che il suo partito aveva sempre sostenuto, non per la semplice condanna in primo grado”. E sulla reiterata richiesta di un passo indietro dell’assessore Izzi: “Noi non ci siamo mai chiesti se sia vera o no la storia che vede coinvolta Paola e se lei abbia responsabilità giuridiche. Non spetta a noi stabilirlo”. Dimissioni richieste, sottolineano per pure ragioni politiche “tuttora convenienti per lei, sia se riuscirà a dimostrare la sua estraneità che il coinvolgimento”.

Tutto finito? Nel dubbio, per adesso rimane il senso di smarrimento del residente medio, trovatosi dall’oggi al domani a barcamenarsi tra tramezzi, hotel, condanne, premier, Europa e cassonetti. Un cocktail di elementi che, con un invisibile filo, da Lenola ha portato direttamente a Bruxelles per poi tornare sui Monti Ausoni. Potere della polemica.