Sapa, accordo impossibile: si ferma parte della produzione

Presidio lavoratori Sapa
Presidio lavoratori Sapa

AGGIORNAMENTO – Nessuno sforzo da parte dell’azienda per salvare i 136 dipendenti Sapa e allora la produzione di ferma. Almeno in parte. Gli operai Sapa, avevano continuato a lavorare fino ad oggi garantendo tutte le commesse ma adesso basta. La Rsu della fabbrica, in un documento firmato questa mattina, ha messo nero su bianco non solo quanto sta accadendo, ma quali sono le intenzioni del personale per i prossimi giorni.

“La Rsu – si legge – congiuntamente ai lavoratori Sapa di Fossanova, a seguito delle dichiarazioni della direzione aziendale di non cogliere, l’apertura al tavolo dell’unità di crisi del Ministero dello Sviluppo Economico – rispetto la possibilità di trovare un’alternativa ai 136 licenziamenti – con la presente dichiara il blocco della produzione della pressa P 2700 e del reparto spedizioni, altresì mette a disposizione le energie lavorative dei lavoratori coinvolti nei suddetti reparti della direzione aziendale”.


Non è quindi un blocco totale ma l’inizio di una nuova forma di protesta. Nel corso di precedenti incontri, compreso quello davanti le telecamere di una trasmissione televisiva erano stati gli stessi operai a sottolineare come il sito di Fossanova sia ancora  produttivo e che ci siano diverse commesse in cantiere anche per i prossimi mesi. Nelle orecchie di tutti ci sono ancora le dichiarazioni dei numerosi sindaci intervenuti proprio davanti la Sapa, buoni intenti sicuramente ma ora serve che la parola venga mantenuta.

AGGIORNAMENTO – APPELLO ALLE FORZE POLITICHE E ISTITUZIONALI DELLA PROVINCIA DI LATINA

*Tiziano Maronna*
*Tiziano Maronna*

“Il giorno 20 giugno alle ore 13, presso Unindustria Latina scrive il segretario generale Fiom Cgil Tiziano Maronna – è convocato l’incontro con riferimento alla procedura di mobilità per cessazione, e il licenziamento di 136 lavoratori, avviata dalla Sapa Profili di Fossanova.

Tale incontro di fatto sancisce la chiusura della fase sindacale, prevista dalla procedura, e si concluderà allo stato dei fatti con un mancato accordo.

Lo scorso venerdì 13 giugno si è tenuto un incontro “informale”, presso l’unità di crisi del Ministero dello Sviluppo Economico, tra la Direzione Aziendale e le strutture Nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Ugl per le dovute valutazioni e verifiche della situazione del Gruppo a livello Nazionale, nonostante la piena disponibilità da parte del Ministero ad un confronto aperto mettendo a disposizione della Società qualsiasi strumento a favorire il mantenimento produttivo ed occupazionale nei vari Territori, da parte sua la Direzione Aziendale, nell’accettare la disponibilità del Ministero, (quasi a farsi beffa dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali), a rimarcato la decisione irremovibile della chiusura del sito di Fossanova in quanto “rientra nel piano industriale della Gruppo”, piano mai presentato alle Organizzazioni Sindacali.

Tale atteggiamento da parte della Società lascia ancor più l’amaro in bocca e sconforto tra i lavoratori, che in questa fase delicata non vanno lasciati soli.

A tal proposito ricordo a me stesso e a tutti i soggetti istituzionali e politici che, in quel Consiglio Comunale straordinario del 15 maggio davanti ai cancelli dello stabilimento, hanno assunto l’impegno di far propria questa vertenza nel tutelare i livelli occupazionali, sempre più messi in discussione nel nostro territorio che, come non bastasse in parallelo, vede aprirsi in questi giorni l’altra grande vertenza dell’AVIOINTERIORS che coinvolge oltre 400 lavoratori.

La presenza delle istituzioni e delle forze politiche in queste fasi è fondamentale nel tentativo di far retrocedere l’azienda dalle proprie decisioni.

Confido nella vostra sensibilità e nel vostro sostegno”.

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