“La sentenza del Tar non ci sorprende”, l’intervento del Sestante dopo l’annullamento dell’appalto alla Servizi Industriali

Rifiuti_GettareR400A pensarci bene, non è una sorpresa. Non è così sorprendente, per noi del Sestante, che il Tar abbia annullato l’aggiudicazione dell’appalto del servizio di igiene urbana alla Servizi Industriali per assegnarlo alla De Vizia. A dispetto delle enfatiche dichiarazioni del sindaco Nicola Procaccini, che annunciava la gara come “la più importante per consistenza economica nella storia della città”, molta approssimazione emergeva nelle sue argomentazioni e in quelle dei suoi collaboratori a difesa dell’appalto e nelle iniziative per presentarlo….

Ne parleremo più avanti. Intanto, con la sentenza del Tar, si scoprono ora gli errori della commissione che ha aggiudicato, evidentemente non all’altezza, alla luce di quella sentenza, di gestire la gara “dell’appalto più importante per consistenza economica nella storia della città”, con la conseguenza che il Comune, o, per meglio dire,  noi tutti contribuenti dovremo metterci le mani in tasca e pagare alla De Vizia un risarcimento di 150mila euro, come  stabilito dal Tar .


Ricordiamo che la De Vizia ha subito sostenuto, vedendosi dare ragione dalla giustizia amministrativa, che la Servizi Industriali doveva essere eliminata dall’affare, in quanto non aveva precisato, pur avvalendosi dell’abruzzese Te.Ar Teramo Ambiente spa, con quali mezzi e quali risorse avrebbe svolto il servizio, come previsto invece dalla normativa sugli appalti pubblici. Si tratta  di un principio costantemente applicato per i contratti di avvalimento nel settore dei lavori pubblici e proprio non si capisce come la commissione abbia potuto trascurarlo, soprattutto in considerazione del fatto che la faccenda riguardava, come piaceva dire al sindaco, “l’appalto più importante per consistenza economica nella storia della città”. procaccini-nicola-

Così come non si capisce (e siamo alle approssimazioni del primo cittadino e dei suoi collaboratori) perché Procaccini parlava come parlava per difendere l’appalto e lasciarlo tale e quale. Certo, però, era un bel sentirlo! Circa un anno fa, accettò di ricevere noi del Sestante, il Wwf Litorale Pontino e l’Ascom – Confcommercio, le tre associazioni che avevano raccolto 3673 firme per chiedere l’annullamento del bando di gara dell’appalto in questione perché troppo costoso. Procaccini si presentò con il dirigente comunale competente, con gli assessori, tra i quali quelli allora detti civici (Emilio Selvaggi, Roberta Tintari e Dario Percoco), e con qualche consigliere comunale.

E in quell’occasione, proprio discutendo di costi dell’appalto, ad un certo punto si arrivò a parlare anche dei mezzi necessari all’espletamento del servizio, vale a dire dell’aspetto risultato poi decisivo per la sua indeterminatezza nella sentenza del Tar che annulla l’aggiudicazione della gara. Il dirigente comunale, tra l’imperturbabilità degli assessori civici e persino con il sostegno di uno di loro, lasciò le associazioni a bocca aperta dichiarando che il prezzo dell’appalto era quello che era perché…comprendeva anche la spesa della ditta per l’acquisto dei mezzi per svolgere il servizio! Il dirigente, il sindaco, gli assessori civici e tutta la delegazione dell’amministrazione non fecero una piega  di fronte all’obiezione delle associazioni, ispirata al puro buon senso, che una ditta i mezzi deve averli per partecipare ad un appalto di quella sorta e che non spetta al Comune compraglieli.

Muscoli rigidi sulla faccia di tutta la controparte amministrativa anche quando le associazioni,  alla loro domanda su quanto incidesse il costo per l’acquisto dei mezzi su quello totale dell’appalto, ebbero  in risposta dalla suddetta controparte un laconico:” Non si può quantificare”.

Ma in quell’incontro Procaccini in persona non fu da meno. Noi proponevamo di affidare alla ditta soltanto la raccolta differenziata, lasciando al Comune lo smaltimento dei rifiuti perché sarebbe costato sempre di meno con l’incremento della differenziata. Eravamo convinti, e lo siamo tuttora, che questo avrebbe consentito di abbassare la spesa del servizio alleggerendo la tassa a carico dei cittadini. Il sindaco, il primo cittadino, colui che tutti ci rappresenta, se ne uscì con una tirata contro i terracinesi, che avrebbero potuto imparare a differenziare solo dopo anni e anni e che, perciò, necessitavano di controlli serrati da parte del gestore del servizio.

Replicammo che sarebbero bastati pochi mesi di campagna ben organizzata per educare i cittadini al nuovo sistema. Niente. Quando la differenziata, poi, è partita, subito si è visto che i terracinesi, checché ne pensasse il loro rappresentante, erano in larghissima parte una popolazione già civilizzata.

Del resto, i controlli della ditta, quelli considerati indispensabili, si sono rivelati consistere solo nell’aprire il secchio per verificare se quello della plastica contiene la plastica, quello dell’umido l’umido e così via. Approssimazione nelle argomentazioni, ma anche nelle iniziative, abbiamo detto. In precedenza, infatti, nel corso di una conferenza stampa, vennero consegnate ai presenti copie sbagliate del bando. Con qualche imbarazzo, Procaccini ed il dirigente dovettero prendere atto delle contraddizioni che quella copia presentava.

Un bel pasticcio che aveva spinto il sindaco, quasi se la sentisse, ad ammonire così il suo dirigente: “Facciamo attenzione, che le ditte hanno i loro studi legali”.  Dopo questa gaffe, venne quella della copertura finanziaria inesistente. Il Dipartimento delle Finanze del Municipio, infatti, osservò che i nove milioni relativi al costo annuo dell’appalto non risultavano in bilancio. L’amministrazione Procaccini, così,  dovette rinviare la pubblicazione del bando.  Il bando della gara di appalto, ce lo ricorda il sindaco, “più importante per consistenza economica nella storia della città”.

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