FORMIA, DEVASTANO VILLA ROMANA A VINDICIO: IN DUE A PROCESSO DAL 3 APRILE

Richiesta di citazione diretta in giudizio per il 37enne Andrea T. e la 51enne Laura S., intestataria del contratto d’affitto, denunciati a marzo dai militari della Guardia di Finanza, in un’operazione condotta con il nucleo di tutela ambientale dei Carabinieri, per aver distrutto un articolato sistema di grotte di epoca romana, secondo le indagini finalizzato alla costruzione di un resort di lusso, contiguo ad un’abitazione privata a Vindicio di Formia, nei pressi del porto Capo Sele, dove i due alloggiavano in affitto.

Tre i reati per cui il sostituto Daria Monsurrò ha chiesto la citazione diretta, udienza fissata per il 3 aprile di fronte al giudice unico del Tribunale di Gaeta Carla Menichetti: abusivismo edilizio per aver realizzato opere in assenza di permesso a costruire, in qualità di committenti, in una zona sottoposta a vincolo paesistico, ambientale, archeologico e considerata a rischio sismico; mancata osservanza, nell’eseguire i lavori, della richiesta delle autorizzazioni necessarie prescritte secondo legge a quelle autorità preposte alla salvaguardia dei vincoli paesistico, archeologico e ambientale; danneggiamento aggravato dalla circostanza dell’esser stato perpetrato in danno di opere di interesse storico-artistico.


I due conviventi, all’epoca T. scontava nell’abitazione arresti domiciliari per estorsione, secondo quanto appurato dalle Fiamme Gialle hanno realizzato abusivamente l’ampliamento del fabbricato fronte nord di circa quarantatré metri cubi, un manufatto a uso cucina a ridosso del muro di contenimento, un gazebo di legno di sedici metri quadrati, una piscina di trentadue metri quadrati, un alloggio composto da una stanza e un bagno ricavato dallo scavo del criptoportico di venticinque metri quadrati, la sistemazione dell’area giardinata con muretti, impianto di illuminazione, irrigazione, aiuole, camminamenti e pavimentazioni di selci e, infine, una serie di opere di pavimentazione ed impiantistica in tutta l’area interrata delle grotte romane per una superficie di quattrocento metri quadrati.

Potrebbero ora valutare riti alternativi gli avvocati difensori Gianluca De Meo e Pasquale Cardillo Cupo che nel 2010 dimostrò per T., attraverso l’audizione di diversi specialisti, l’incapacità di intendere e di volere del proprio assistito. Undici i lavoratori edili, quattro di origine campana e sette del comprensorio sudpontino, nessuno con regolare contratto, fermati nel corso del blitz di marzo nato da alcune denunce a voce e proprio dall’intensa attività edilizia messa in piedi nei pressi dell’abitazione.

Gli operai furono fermati mentre erano all’interno delle grotte romane dove stavano asportando la pavimentazione originale in sampietrini in parte già sostituita con un’altra superficie. Parecchio il materiale già depositato in grossi sacchi all’interno delle grotte e rinvenuto. Ingentissimo il danno al patrimonio storico.

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