PATENTE A PUNTI DAL 2012, PESCATORI IN AGITAZIONE

Anche nel Compartimento di Gaeta si respira la tensione per la possibile entrata in vigore dal primo gennaio 2012 della “fantomatica” patente a punti per la pesca professionale. Bruxelles ha deciso di portare un duro colpo alla pesca illegale in Europa, rompere cioè con il passato e istituire una vera cultura della legalità. “Non possiamo più accettare – ha spiegato la commissaria europea alla pesca Maria Damanaki – che una minoranza, se pur ridotta di pescatori, eluda le norme senza conseguenze. Questa situazione, oltre ad essere ingiusta, spezza il ciclo della legalità, crea distorsioni di concorrenza e, cosa più importante, distrugge le risorse del mare”. Bruxelles non ha quindi esitato  a varare un insieme di misure che, nella grande maggioranza, diventeranno operative dal primo gennaio 2012:  •    dalla creazione di una “licenza a punti”alla tracciabilità del pesce : dalla rete al piatto; •    dall’obbligo di un registro di bordo elettronico per tutte le imbarcazioni di oltre 12 metri alle ispezioni lungo tutta la catena; •    dalla semplificazione delle regole ai controlli incrociati dei dati per via elettronica. Ai trasgressori saranno imposte le stesse sanzioni, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e dalla loro nazionalità e in caso di infrazione ripetuta, grazie al sistema a punti, finiranno per perdere la loro licenza. Verranno invece premiati i pescatori che rispettano le regole. La novità del nuovo regolamento di applicazione dei controlli all’interno e all’esterno dell’Ue è sicuramente la licenza a punti: più infrazioni vengono individuate più punti – tra 3 a 7 – vengono accreditati ai trasgressori. Sono previste sospensioni di due, quattro, otto e 12 mesi quanto i punti salgono rispettivamente a 18, 36 e tra 54 e 72. Giunti a 90 punti, la licenza viene ritirata.  Inversamente dei punti vengono tolti se i pescatori continuano a rispettare le regole o ancora se partecipano a campagne scientifiche, usano l’eco-etichetta o fanno parte di un’organizzazione di produttori che riducono di almeno il 10% le loro opportunità di pesca. Tra le novità c’é anche l’uso generalizzato di nuove tecnologie presso gli uffici delle autorità nazionali ma anche per introdurre il registro di bordo elettronico sulle imbarcazioni. La Commissione europea è pronta a pagare per questo, ma solo fino alla fine dell’anno, l’85 dei costi. “Vanno previste concrete possibilità di riconversione del comparto, accompagnate da attività quali pescaturismo, ittiturismo, trasformazione, educazione ambientale, guardie ecologiche, pulizia del mare, fermo biologico di almeno tre mesi per anno solare, aree di ripopolamento, realizzazione di barriere sommerse per la riproduzione delle specie, e altre misure integrative degli ammortizzatori sociali. I progetti e le proposte vanno calati nelle realtà interessate da persistenti fenomeni di crisi economica e sociale dalle quali non si può prescindere. Questo stesso sistema andrebbe poi recepito e applicato anche nelle aree lagunari, lì dove in alcuni casi sono persistenti e ripetuti i fenomeni di pesca illegale delle vongole”.