E’ difficile ricevere la pensione se si è italiani residenti all’estero. Se ne è accorto un 88enne di Terracina, Giuseppe Altobelli, da anni residente in Canada. Nei giorni scorsi si era recato nella sede della Western Union con la lettera dell’Icbpi per autocertificare l’essere in vita e ricevere il suo vitalizio bloccato dall’Inps per via della verifica in corso. L’88enne aveva anche un regolare documento di identità ed era pronto a ricevere il compenso. Ma, anziché sbloccargli, l’impiegato gli ha mostrato un modulo da compilare in inglese e in francese nel quale venivano richieste anche risposte che nulla avrebbero a che fare con la certificazione dell’esistenza in vita della persona. Secondo quanto dice la lettera dell’Icbpi, la banca incaricata di pagare le pensioni, l’avente diritto deve infatti presentarsi a uno sportello della Western Union con la lettera e con un regolare documento di identità. Ma a quanto pare ciò non è sufficiente per la banca che ha aggiunto un modulo in inglese (!) e francese (!). Il pensionato ha così dovuto uscire dalla Western Union, e recarsi a un patronato per farsi aiutare nella compilazione del questionario. Secondo quanto raccontato dai patronati locali, però, in diverse sedi della Western Union non ci sarebbero i soldi per pagare le pensioni. “Tutto questo è scandaloso – incalza Marisa Comoglio direttrice provinciale del patronato Acli di Woodbridge dove poi si è recato il pensionato -. Non hanno nemmeno preparato i moduli in italiano e li danno da compilare con le indicazioni in inglese e in francese. E poi – ha spiegato – chiedono al pensionato di indicare quanti soldi si aspetta di ricevere e fanno addirittura un test question. Ma la cosa peggiore è che la gente, che spesso non sa nemmeno scrivere o non può scrivere, viene qui e ci chiede aiuto quando dovrebbe essere la Western Union a dover sbrigare tutte le procedure». Sono 25.603 gli italiani residenti in Canada titolari di pensione.
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