IL 2 GIUGNO A CORI, IL RICORDO DEL SINDACO TOMMASO CONTI

Il sindaco Tommaso Conti

“Domani, 2 giugno, si celebra la festa della Repubblica, un’occasione per rimarcare l’importanza e il valore della scelta repubblicana” – inizia così il ricordo del Sindaco Tommaso Conti di quelle pagine di storia corese emerse dai documenti dell’Archivio storico comunale.

“Il 2 giugno 1946 si tenne per gli italiani la prima consultazione popolare universale, per la prima volta votarono tutte le donne maggiorenni, ben 5324 le coresi alle urne. I nostri padri e le nostre madri furono chiamati a due importanti scelte che avrebbero segnato le generazioni successive: eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente, dove anche a Cori vi fu il trionfo del PCI, con 2135 voti, e della DC, con 1216 voti; pronunciarsi sulla forma istituzionale dello Stato: pure qui da noi la repubblica vinse sulla monarchia, 3712 a 1155 voti.


Da allora iniziò un lungo processo di pacificazione civile, di concordia e di unificazione nazionale, basi queste che hanno permesso di superate le gravi difficoltà del dopoguerra. Ed è su queste basi che si è costruita la nostra democrazia e che si fonda la nostra Costituzione, scritta da uomini politici appartenenti a tradizioni culturali molto differenti, che avevano idee molto diverse tra loro, ma trovarono punti di accordo comuni superando le logiche di partito perché erano più attenti a costruire il bene comune che agli interessi, pur legittimi, di parte.

Se è vero che le parole della Costituzione sono fatte per durare a lungo, è ovvio che queste regole non possono essere modificate in ogni momento per interessi particolari ed anche se oggi molti concordano sulla necessità di adeguamenti per rispondere in modo migliore alle nuove esigenze che la società contemporanea richiede, le proposte dovrebbero essere il più possibile condivise e quindi fondate su una larga maggioranza parlamentare, perché la Costituzione è patrimonio di tutti gli italiani e non solo di alcuni.

Con grande semplicità, ma in maniera convinta, vogliamo esternare pubblicamente la nostra riconoscenza per chi si è fatto promotore di quei valori di libertà e di giustizia sociale, ben compresi, in quei momenti difficili del dopoguerra, e che oggi, a volte, sembrano finiti nel dimenticatoio della politica.

I giovani, in particolare, devono essere aiutati a cogliere la sapienza e la ricchezza umana che si sprigionano da questo testo, soprattutto nella prima parte che non è assolutamente invecchiata, come alcuni sostengono, e pertanto non necessita di alcuna modifica, perché una conoscenza vera, non intellettualistica o solamente erudita, è il presupposto per rispettare la nostra storia: chi non sa non può apprezzare ed inevitabilmente non rispetterà”.

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