“DIARIO CORESE” (1495-1504), UNA TESTIMONIANZA DI VITA E SENTIMENTI PERSONALI DEL NOTAIO ANTONIO FASANELLA

Nell’ambito delle manifestazioni del Carosello Storico dei Rioni di Cori 2011, domani, mercoledì 13 luglio, alle ore 21.00, a Piazza Santa Maria della Pietà, Cori valle, verrà letto al pubblico il “Diario Corese” (1495-1504) del notaio Antonio Fasanella.
Le voci narranti di Ilaria Di Luca, Andrea Giuliano, Silvia Giuliano; con sottofondo musicale dal vivo di Gabriele Coen e adattamento dei testi di Giovanni Pesiri, offriranno una testimonianza di vita e sentimenti personali di Fasanella.
Non è la prima volta che gli archivi coresi restituiscono simili testimonianze, poco attinenti agli atti di carattere politico, amministrativo e giudiziario, che generalmente formano un complesso documentario.
È questo il caso del Diario Corese riscoperto e pubblicato dallo storico Giovanni Pesiri: 15 paginette ignorate per quattro secoli alla fine di un piccolo protocollo in cui il notaio Fasanella aveva registrato gli atti da lui rogati.
A questi foglietti Antonio Fasanella affida il ricordo di avvenimenti che tra il 1495 e il 1504 lasciarono un segno profondo nella sua mente; il ricordo di sofferenze, paure e umiliazioni che aveva condiviso con tutta la comunità corese, e soprattutto delle angosce derivate dalle guerre e dai ripetuti passaggi di truppe ed eserciti che sconvolsero la vita della città.
Nipote di notaio, e discendente della famiglia Colassi, attestata a Cori fin dagli inizi del ‘400, Antonio fu il primo ad assumere il cognome Fasanella; la sua data di nascita va collocata verso la metà degli anni ’60 del Quattrocento e l’inizio della professione di notaio alla fine del 1493.
Oltre che notaio, Antonio Fasanella volle essere anche imprenditore agricolo, impegnato nella viticoltura, nel commercio di grano e nell’allevamento, raggiungendo, grazie alla sua intraprendenza, una certa agiatezza che lo portò nel 1519 a occupare l’8° posto della graduatoria dei 97 possidenti di Cori che prestarono al Comune la somma di 40 ducati.
Partecipò anche alla vita amministrativa del Comune di Cori come membro del Consiglio particolare in rappresentanza del terziere di Porta Romana (o Velletrana) dove abitava; dei suoi cinque figli Bernardino abbracciò la carriera ecclesiastica, divenendo parroco di San Salvatore; mentre Cesare continuò la tradizionale attività notarile della famiglia.
Morì tra il 1523 e il 1524 e fino alla metà dell’Ottocento la famiglia Fasanella continuò a risiedere a Cori, nel palazzo situato tra la Porta Romana e la Collegiata di Santa Maria della Pietà.
Di lui ci restano due volumi di atti notarili: uno del periodo 1493-1500, quello che conserva il Diario Corese, l’altro degli anni 1509-1514.