INVESTIMENTI TRUFFA, GdF ARRESTA OTTO PERSONE

Se ne stavano tranquilli al largo di Ponza a bordo del loro yacht da 400mila euro, ma per lo Stato erano nullatenenti. Federico Di Lauro e la moglie Xiao Dong Mei sono due dei membri dell’organizzazione criminale che per cinque anni ha truffato 500 persone, quasi tutte dell’alta borghesia romana.
Stamattina per loro, e per altri sei persone dell’associazione, sono scattate le manette per truffa, associazione per delinquere, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Di Lauro e la moglie, attrice protagonista di alcune pellicole cinematografiche e anche di una serie televisiva e sosia di Kaori, la ragazza orientale divenuta famosa per uno spot tv, sono però solo le braccia dell’associazione, al cui vertice c’erano Bruna Giri (latitante a Santo Domingo) e Maria Antonietta Perilli, entrambe ex promotrici finanziarie. Ed è proprio grazie alla loro esperienza a stretto contatto con gli istituti bancari che le due donne sono riuscite a gettare le basi della loro organizzazione criminale.
Ad attirare i clienti i loro vantaggiosissimi tassi d’interesse che, in alcuni casi, arrivavano fino anche al 10% all’anno. Tra i clienti illustri compaiono i nomi di primari di ospedali, un parente del presidente Ferrari Luca Cordero di Montezemolo (avrebbe dato agli arrestati la somma di 700mila euro), e professionisti della “Roma bene”, conosciuti durante party esclusivi nella Capitale. Tutti versavano all’organizzazione somme ingenti, dai 10mila ai 900mila euro, per un giro di 35 milioni racimolati in 5 anni.
Le somme venivano pagate quasi sempre tramite assegni in bianco che venivano poi versati in conti correnti di collaboratori o persone compiacenti che avevano il compito di “monetizzare” gli assegni stessi, attraverso il prelievo in contanti.
Ad attirare l’attenzione degli investigatori è stato il tenore di vita di alcuni membri dell’organizzazione, in particolare quello di Federico Di Lauro, sempre alla ricerca di una Porsche nuova di zecca. Molti dei beni in possesso all’organizzazione, dalle ville sul litorale romano alle auto di lusso, sono stati posti sotto sequestro dalle Fiamme Gialle.
Nel corso della stessa operazione, denominata “Missing Money”, gli inquirenti sono risaliti anche ad un altro illecito sul trasferimento di un credito IVA pari a 400mila euro.
Federico Di Lauro, in qualità di curatore fallimentare, era riuscito ad appropriarsi della somma attraverso la fittizia cessione ad un’altra società creata ad hoc e subito dopo trasferita all’estero.

Scritto da: Saverio Forte


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