SPERLONGA, SUB 53ENNE IN “CRISI DI APNEA”: E’ GRAVE AL DONO SVIZZERO

Si è sfiorata la tragedia in mare, nel pomeriggio di sabato, 20 agosto, a Sperlonga. Stefano Giupponi, 53enne di Cisterna di Latina con l’hobby della pesca in apnea, dopo aver raggiunto, con amici e parenti, Baia delle Sirene, stupenda cala sul litorale di Levante, all’altezza di Punta Capovento, famosa per le immersioni di nuotatori provetti, aveva iniziato a scendere, riportando in superficie, di volta in volta, apprezzabili prede marine, tra cui un grosso polipo.

Nel corso della quarta immersione l’uomo ha avuto quella che in gergo si chiama “crisi di apnea”, per cui il bagnino della cooperativa “Terracinae job’s” in servizio nella zona e il proprietario della struttura che accoglie i bagnanti si sono subito attivati per tirarlo fuori dall’acqua che, in quel punto, va a sbattere in modo piuttosto mosso sulle taglienti anche se panoramiche rocce della scogliera che, per molti versi, ricorda Conca dei Marini sulla costiera tra Amalfi e Praiano.


Il 53enne, adagiato alla meglio sulla scomoda scogliera, ha subito ricevuto le cure dall’unità di pronto intervento della cooperativa del presidente Marcello Masci che staziona nelle acque con un’imbarcazione e che vede nel suo personale anche un medico. Ben quattro bombole di ossigeno sono state utilizzate per fronteggiare l’emergenza dopo che l’uomo vomitava schiuma e sangue ed era diventato nero in volto. E l’assistenza è durata un bel pò, fin quanto sul posto è giunta l’equipe di un’ambulanza del 118 che è dovuta scendere a piedi sulla ripida scogliera tra mille difficoltà, dato che non esiste una via di accesso o di avvicinamento al posto.

Trasportato presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia, è stato affidato al reparto di Rianimazione diretto dal primario Massimo Esposito, dove al sub è stato riscontrato un edema polmonare, forse perchè l’uomo, sebbene molto esperto, ha chiesto al suo fisico più di quello che le prestazioni del momento gli consentivano o forse perchè ha effettuato la risalita senza rispettare i tempi della decompressione per emergere in maniera corretta. Intubato, per lui è stata emessa una prognosi di dieci giorni.

Intanto, sul posto del drammatico salvataggio, la gente ha tornato a sollevare il problema dell’istituzione di un presidio medico nella zona balneare in quanto, esistendo molti siti di difficile raggiungimento da parte degli operatori del pronto intervento, che debbono camminare per centinaia di metri e lungo ripide discese a mare sulla scogliera tagliente per raggiungere la persona che necessita dell’intervento, si perde del tempo prezioso e spesso vitale per la sopravvivenza dell’assistito. Se, invece, fosse operante un presidio medico in zona, i tempi di primo intervento sarebbero molto più rapidi.

Il comune di Sperlonga, già in passato aveva attivato questo servizio, accollandosene tutto il peso economico e organizzativo. La gente si chiede perchè non interviene oggi l’Asl, dato che sul litorale di Ulisse, dove sono molte le suggestive cale di difficile approdo con gli automessi o anche a piedi, ogni anno si riversano, nel corso dell’intera stagione, oltre un milione di fruitori del mare.

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