“L’EUROPA DELLE DONNE”, LUNEDI’ 29 AGOSTO AL CLUB NAUTICO DI GAETA

Un testo ambizioso, curato da una brillante ricercatrice gaetana e edito da Il Mulino, ci fornisce una lettura originale della politica di pari opportunità dell’Unione europea ricostruendone, in prospettiva storica, la nascita e l’evoluzione sulla base di numerosi documenti ufficiali, fonti archivistiche e una ricca letteratura italiana e straniera. Già presentato presso il comune di Torrita di Siena, a novembre sarà la volta degli uffici del Parlamento europeo a Roma, a dicembre a Firenze.

L’autrice affronta il tema a partire dall’introduzione nel Trattato di Roma (art. 119) della parità di retribuzione tra lavoratori e lavoratrici e dal graduale riconoscimento del valore sociale ed umano di tale norma, una delle “questioni aperte” nella “nuova” Europa a Ventisette. Le direttive comunitarie sulla parità salariale e di trattamento tra donne e uomini approvate fin dalla seconda metà degli anni Settanta e divenute pilastri del «modello sociale europeo», hanno contribuito alla definizione di un più equo mercato del lavoro, influenzando positivamente le legislazioni nazionali. Allo stesso tempo, le istituzioni comunitarie, in particolare il Parlamento europeo a partire dal 1979, hanno sviluppato un ampio dibattito sulla condizione femminile per l’affermazione di una «cultura di parità» nella società europea.


Dott.ssa Di Sarcina, qual è l’obiettivo principale che l’ha guidata nella stesura del volume?
La parità tra donne e uomini è oggi da considerare un principio fondamentale di ogni ordinamento democratico, valore cardine dell’UE e condizione necessaria per il conseguimento degli obiettivi di crescita, occupazione e integrazione sociale. Frutto di un percorso che attraversa la storia dell’integrazione europea, il crescente interesse verso le questioni di  genere ha condotto alla progressiva elaborazione di politiche che mirino a creare pari opportunità di accesso al lavoro, al sapere, ai diritti e doveri di ognuno.

Come si sente a tornare a casa in veste di relatrice?
Questa presentazione mi è particolarmente cara e mi rende assai fiera. Sebbene sia un’europeista convinta e lontano dalla mia città natale ho potuto maturare importanti esperienze professionali e accademiche, sono molto legata al mio territorio e alla mie radici. L’ambizione è di portare un pezzo d’Europa nel dibattito locale e incentivare la partecipazione attiva di altre donne alla vita civica e politica della mia città. I presupposti ci sono tutti perché, come direbbe Croce, la forma (il Club Nautico) e la sostanza (le relatrici invitate) si intrecciano perfettamente.

Nonostante il suo brillante curriculum studiorum, non fa mistero della condizione di ‘precarietà intellettuale’ in cui talvolta si sente. Come vive questo sentimento?
Dopo l’uscita del volume ho attraversato un’intensa fase di riflessione, in una società talvolta indifferente al sapere e allo studio, privilegiando valori molto più effimeri e fuorvianti. Ma grazie ad importanti conferme provenienti da ambienti esterni e da persone mai viste prima mi sono ricaricata per affrontare la difficile condizione in cui versa la ricerca, in particolare in Italia. Gli ingenti tagli all’Università relegano migliaia di ricercatori in una condizione di precarietà e incertezza. Il Modulo europeo che ho sviluppato e che la Commissione ha valutato con un ottimo punteggio non rappresenta un lavoro a tutti gli effetti e come altri colleghi coetanei devo investire molto tempo a cercare fondi per sostenere la ricerca piuttosto che nella ricerca pura. È un destino talvolta frustrante quello della mia generazione poiché il mondo universitario, vissuto con la passione che richiede, assorbe totalmente e non consente, al contempo, di guardare ad altre opportunità. Ma non mi abbatto affatto, anzi, essere riuscita in questo libro mi dà forza e consapevolezza per continuare ad inseguire le mie ambizioni di donna, ricercatrice, e cittadina europea.

Federica Di Sarcina, laureata in Scienze politiche con lode e titolare di un Master in European Studies ha ottenuto il titolo di Dottore di ricerca in Storia del federalismo e dell’unità europea presso l’Università degli Studi di Pavia. Dal 2004 collabora con il CRIE – Centro di eccellenza Jean Monnet dell’Università degli Studi di Siena sotto la supervisione della Prof.ssa Landuyt. Cultore della materia presso le Cattedre di Storia contemporanea e di Storia dell’integrazione europea, è stata recentemente premiata dalla Commissione europea per la sua attività di studiosa con l’approvazione del Modulo europeo Jean Monnet “The EU and Gender Equality”.

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