ORTOFRUTTA: IN PROVINCIA DI LATINA CONTINUA LA CRISI NONOSTANTE UN SEGNALE DI RIPRESA DEI CONSUMI. CRACK NOTEVOLE PER PESCHE E COCOMERI

*Carlo Crocetti*

“Dopo la manifestazione di inizio agosto dei produttori pontini e laziali a Roma per sensibilizzare l’attenzione sul problema dei prezzi, qualche timido segnale si è registrato ma la situazione di crisi permane ed è pesante”.

Così Carlo Crocetti, presidente della Coldiretti di Latina che commenta i dati delle elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole.


“All’inizio di agosto  – spiega Crocetti – le pesche gialle sono state pagate, in media,  agli agricoltori 31 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,85 euro al chilo con un ricarico del 496 per cento (sei volte) mentre per le nettarine (pesche noci) sono stati riconosciuti in media 34 centesimi ma il prezzo finale sale a 1,95 con un ricarico del 474 per cento (quasi sei volte). Nonostante nella scorsa settimana, la più calda dell’estate, siano aumentati del 40 per cento gli acquisti di frutta e verdura rispetto alle settimane precedenti – spiega Crocetti – la crisi per le imprese è pesante. L’andamento settimanale non ha infatti  salvato le sorti di una stagione particolarmente negativa e tutta da dimenticare per la produzione nostrana”.

Secondo una analisi della Coldiretti che stima in almeno un milione di euro le perdite subite dagli agricoltori per le sole pesche, alle quali si somma il bilancio in rosso anche di alte varietà di frutta e verdura di stagione come i cocomeri che sono stati pagati ai produttori a prezzi inferiori ai costi di raccolta e spesso sono rimasti addirittura nei campi.

“Quest’estate si è allargata senza giustificazioni – sottolinea ancora Crocetti – la forbice dei prezzi della frutta fresca tra produzione e consumo. Una situazione che danneggia gli agricoltori costretti a lavorare in perdita, ma anche i consumatori che potrebbero acquistare maggiori quantità e a condizioni più vantaggiose. Uno dei nostri primati – continua il presidente della Coldiretti di Latina – è messo a rischio dal crollo dei compensi riconosciuti a produttori che sono scesi ben al di sotto dei costi di produzione e quasi dimezzati rispetto a dieci anni fa. Gli agricoltori devono vendere 4 chili di pesche per una tazzina di caffè, 10 chili per potersi permettere un bitter e addirittura 15 chili per un pacchetto di sigarette mentre i consumatori devono spesso a rinunciare all’acquisto della frutta per gli altri prezzi di vendita al dettaglio. Le motivazioni della crisi attuale sono congiunturali come l’andamento meteorologico e l’emergenza dell’”Escherichia Coli” che hanno causato il contenimento dei consumi, ma sotto accusa ci sono soprattutto l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale che non è riuscita fino ad ora ad arrivare ad offrire prodotti di qualità al giusto grado di maturazione e ad un prezzo equo per produttori e consumatori. Occorre – conclude Crocetti – una assunzione di responsabilità dell’intera filiera che segua il prodotto da quando esce dall’azienda fino a quando arriva sul banco dei supermercati” perché nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è sufficiente spazio per garantire reddito ai produttori e consentire acquisti al giusto prezzo per i consumatori.

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