SPERLONGA, DOMENICA D’EMERGENZA IN ACQUA E SULLA SPIAGGIA

Giornata movimentata per i bagnini comunali impegnati sul litorale di Sperlonga. Fortunatmente non si sono registrate conseguenze più drammatiche ma, senza il loro contributo, forse un paio di episodi avrebbero potuto avere un epilogo più marcatamente traumatico.

La prima emergenza c’è stata verso le 15 e ha riguardato due bagnanti di origine campana, Nunzio, di 21 anni, e Massimo, di 26. I due si erano gettati in mare all’altezza della “solita” punta Cetarola (una perla di Paradiso, ma anche una tentazione per bagnanti e tuffatori tanto spericolati quanto inesperti. Oseremmo dire i bagnanti della domenica). I due, di fronte a una presenza femminile che invogliava a spettacolarizzare le loro peformances, hanno osato più quanto le capacità natatorie consentivano loro. A un certo punto, sopraffatti dal moto ondoso che avrebbe voluto vedere impegnati protagonisti di ben altra stoffa atletica e tecnica, sono diventati oggetto della corrente che li ha battuti e ribattuti più volte contro la scogliera tagliente che contraddistingue il meraviglioso contorno della tanto celebrata spiaggia tra il litorale itrano e quello di Sperlonga.


Notata l’emergenza in mare, Davide Ilario, bagnino della cooperativa “Terracinae job’s”, si è prontamente gettato in acqua e, pur con qualche difficoltà, è riuscito a cavare d’impaccio, uno per volta, i due spericolati campani, protagonisti sfortunati di una velleità di passerella, a mo’ di “Corrida”, in uno scenario, quello del moto ondoso che si infrange sugli scogli, troppo lontano dalla loro portata, magari più idonea a qualche piscina da circo. Per loro sono subito scattate le cure tipiche del primo intervento, prestate dall’equipe medico-sanitaria di cui è dotata la struttura del presidente Marcello Masci: pulitura delle parti ferite, disinfezione dei numerosi taglietti subiti e utilizzo di alcuni cerotti, il tutto accompagnati dalla sistematica lezione, da parte dell’attenzione psicologicamente terapeutica messa in atto dalla esperta opera di prevenzione degli operatori della “Terracinae job’s” secondo i quali – giustamente – “il mare non è fatto per le spacconerie”.

Due ore più tardi, dall’altra parte dei sei chilometri di spiaggia di Sperlonga, sulla riviera di ponente, all’altezza di Lago Lungo, altra imprudenza da parte di due tredicenni, una di origine francese, Eloise, e l’altra, Mariangela, anche lei campana. Impegnate a parlare e forse a pavoneggiare davanti a una nutrita presenza di pubblico maschile, le due si sono incamminate verso il litorale di occidente, quello che poi si collega, senza soluzione di continuità, ai dodici chilometri della spiaggia di Fondi. Comprensibile l’ansia delle rispettive famiglie quando, alle 18.30, le due non erano ancora ricomparse. Scattato l’allarme, è stato il bagnino Matteo Percoco, sempre della cooperativa “Terracinae job’s”, a profondersi in una ricerca spasmodica, a ritmo sostenuto, lungo l’ancora affollata spiaggia. Sulla scorta degli elementi ricevuti per la loro individuazione, l’operatore trovava le due all’altezza della spiaggia di Capratica in pieno territorio fondano, incuranti dell’ipotesi che i parenti potessero stare in pena per loro. Riaccompagnate presso i rispettivi nuclei familiari, hanno ricevuto le ramanzine del caso con un piccolo assaggio dei metodi usati in altri tempi, sicuramente bocciati dalla moderna pedagogia, ispirata ai principi del tollerante permissivismo, ma propedeuticamente utili per far ricordare loro la superficialità del comportamento in una domenica di fine estate.

Speriamo solo che il pur meritevole “telefono azzurro” non intervenga per investire del problema la già tanto “impegnata” Giustizia dei nostri magistrati.

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